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Tempo fa, non più di sei mesi però, mi è capitato sotto le mani un libro dal titolo “Io sono il potere: confessioni di un Capo di Gabinetto”, che riporta le riflessioni e gli aneddoti di un Capo di Gabinetto nella Prima, Seconda e Terza Repubblica. Interessante, istruttivo. Mi fu segnalato da un amico che ha un importante ruolo nella macchina amministrativa governativa italiana. Lo consiglierei a chi si approccia ad analizzare la politica italiana e come questa traduce gli atti politici in fatti, amministrativi, ossia nel Potere.
Lavoriamo per ipotesi. La prima è che il mandato del Governo Conte Bis sia terminato per lotte intestine dovute alle congiure romane tipiche del potere romano, di millenaria memoria. Pompeo Silla Cicerone Marco Antonio Catilina Giulio Cesare son lassù che ci guardano. E se la ridono dei loro nipoti.
Non diamo ragione ad una o all’altra parte, ma consideriamo invece che per il Presidente uscente, il Prof. Conte, l’avvocato del popolo, lo scenario migliore è salire al Colle senza passare dal Parlamento, dimettersi e sperare che il Colle gli riconsegni un incarico per verificare se ha una maggioranza per il Conte Ter.
Credo poco a un Conte Ter
Il Colle però deve fare delle consultazioni prima di affidargli l’incarico, ed in queste consultazioni, per quanto rapide che siano, i partiti daranno la loro versione dei fatti su un ipotetico Conte Ter. Uno scenario che benché sia lineare, non mi pare molto realizzabile. Il Conte Bis ha creato una serie di scontenti tracciando solchi molto profondi nelle relazioni con il Parlamento, i Ministri ed i partiti politici.
Torna in gioco il libro di cui sopra. Il potere, cioè la capacità di sopravvivere ai mutevoli scenari politici romani, logora chi non ce l’ha. Ed è fatto da molteplici sfaccettature, da ruoli e nomine, da empatia, ma soprattutto dal divide et impera, che a ben vedere, il Conte Bis, forse in questo è stato carente perché ha accentrato e condotto il Governo in modo non concertativo, aspetto questo che da Sinistra e da Destra, viene considerato come la colpa maggiore. Il gruppo dei 6 supermanager con 300 consulenti ipotizzato come guida per l’utilizzo dei fondi del Recovery Plan che di fatto esautorava ministri competenti ne è la massima espressione.
Ma… Chi al posto di Conte?
Ho scritto più volte che se fossi Mario Draghi cercherei di farmi accreditare come Presidente della Repubblica e non come Presidente del Consiglio, per garantire all’UE il pagamento dei debiti contratti per il Recovery Plan e per garantire che l’Italia è un Paese solvibile in generale. Però non sono Mario Draghi e questo è solo un mio pensiero.
Certo vederlo condurre un Governo sarebbe una grande soluzione. Ma poi ci sono le leggi da approvare con dei partiti molto litigiosi tra di loro. I tagli, e soprattutto il semestre bianco che servirà ad eleggere per un settennato la persona che dovrà sedere sullo scranno più alto. Difficile. Però non impossibile.
Un politico? Impossibile. Troppi i veti da sinistra e da destra. Inutile perdere del tempo ad avanzare ipotesi su un nome derivante dal cesto dei partiti politici.
Un Tecnico allora: Cottarelli! Incaricato per 24 ore prima del Conte Uno, un civil servant, che però non gode di molto seguito in generale dai partiti. Anche perché, conoscendo come lo Stato spende i soldi, forse una sua spending review verrebbe vista come una limitazione alla forza dei partiti in termini di spesa pubblica. Però non lo escluderei. Sarebbe un ottimo tecnico. Ma avulso dalla macchina amministrativa, che come si legge nel libro di cui sopra, è quella che fa accadere le cose… a Roma.
Sarà l’ora della Lamorgese?
Ci vorrebbe un vero servitore dello Stato, che conosce la macchina pubblica, che ha svolto incarichi di governo, apprezzato funzionario delle Istituzioni… ci sono. Il Conte Ter sarà il Lamorgese Uno. Come ex Ministro dell’interno e di carriera specchiata come funzionario pubblico, può essere il nome giusto per coordinare un gruppo di ministri che debbono amministrare i soldi del Recovery Plan. Per gestire l’ordine pubblico ex Covid, portare l’Italia al semestre bianco e vedere il nuovo Presidente della Repubblica, e diciamo avere i problemi ordinari (?) del Governo italiano.
Sì, il nuovo Presidente del Consiglio potrebbe essere la sig.ra Lamorgese, e per quanto mi riguarda, al di là della compagine politica che la sosterrà, sarà una funzionaria statale che raggiungerà il massimo della carriera. Anche in un Governo dalle larghe intese.
Certo quello che conta adesso è arrivare ad un Presidente della Repubblica autorevole. Ed un Presidente del Consiglio che recuperi un dialogo con il Parlamento, i suoi ministri ed i partiti perché è bene sottolinearlo i problemi quotidiani per gli italiani rimarranno ancora per un bel pezzo.
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