Milano, 38 persone in 115 metri. La fake news di Repubblica è politica

NAVIGLI

Milano – Oggi venerdì 8 maggio 2020 uno dei titoli più grossi su Repubblica.it riguarda la folla che a Milano ingombra i Navigli, apparentemente indifferente al divieto di assembramento. Correda l’articolo un video, da cui Repubblica estrapola questa foto. Il sindaco Sala, «mai così furioso» in due mesi di emergenza, si dice «incazzato».

Io leggo l’articolo e mi incazzo anch’io.

La foto ritrae l’Alzaia Naviglio Grande. La camera punta a sud, è il lato di via Corsico. Il gelsomino è all’altezza del civico 10. Poco più vicino a noi sono i quattro archi, con piedritti in pietra a vista, del costoso hotel Borella.

Il ponte ad arco è appunto quello di via Corsico. Fa bella mostra di sé al secondo 55 del video, ma nella foto si vede appena, vicino al bordo superiore.

Si distingue bene invece, sempre in alto, vicino al bordo della foto, ma visibile per intero, l’insegna ocra del benemerito carretto del birrificio PicoBrew. Si trova all’angolo più occidentale dei due che l’Alzaia forma con il vicolo Lavandai.

StreetView sui Navigli di Milano

Google Maps ci permette di misurare con esattezza la distanza tra Borella e PicoBrew: 115 metri. Cliccando questo link, potete verificare voi stessi, e usare StreetView per fare una passeggiata, percorrendo gli stessi 115 metri.

Quante persone ci sono in quei 115 metri? La qualità della foto e del video è scarsa (del resto, l’intento è impressionista!) ma a contare, appunto solo fino a PicoBrew, più o meno si riesce: io trovo 38 teste.

Usando la foto senza le annotazioni, potete provare a fare di meglio.

38 persone in 115 metri rispettano la distanza di sicurezza?

L’apparente densità della folla nella foto è colpa del teleobiettivo: il video è stato girato con un cannone da, non so, 200 millimetri?

Il teleobiettivo seleziona un angolo visuale minimo, dunque “schiaccia” la prospettiva, comprimendo all’interno della foto distanze che dal vivo, o con un obiettivo meno estremo, vedremmo per quello che sono: distanze molto lunghe.

Una questione politica

È una questione politica? Certo, perché rappresentare i cittadini come irresponsabili fa il gioco della classe politica quando questa vuole rifiutare le proprie, di responsabilità.

Se di qui a qualche settimana – come purtroppo non è improbabile – ci ritroveremo di fronte a una seconda ondata di contagi, Regione Lombardia (per dirne una) vi mostrerà queste foto e vi dirà che è colpa vostra. Saprete che non è vero, perché sull’Alzaia Naviglio Grande ieri la gente le distanze le rispettava.

E saprete anche che, nei luoghi di lavoro, di fotografi con il teleobiettivo non ce ne sono.

 

Michele Lavazza per www.nuovadirezione.it

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