Pfizer – I vaccini anti-Covid sono sicuri, soprattutto per le fasce più giovani della popolazione? Possiamo davvero fidarci delle intenzioni delle case farmaceutiche che si sono lanciate in tutta fretta nel business più redditizio della loro storia, gonfiando a dismisura i guadagni? Difficile dirlo, viste le tante contraddizioni che hanno segnato la campagna vaccinale. Di sicuro, però, la trasparenza non abita dalle parti dei colossi di Big Pharma. Che ora, a quanto pare, hanno modificato i loro farmaci per proteggere maggiormente i bambini, come rivelato dalla FDA.
L’agenzia del farmaco americana, con un documento del 26 ottobre, ha infatti confermato come Pfizer abbia modificato la composizione del vaccino per andare incontro alla tutela dei bambini. Includendo un “ingrediente segreto” (un po’ come fosse una pozione magica) capace di aumentare la stabilità e ridurre l’acidità del sangue. In questo modo il farmaco, secondo l’azienda che lo produce, potrà essere somministrato “anche ai giovanissimi in età compresa tra i 5 e gli 11 anni”. Sulla carte, dunque, il rischio di pericolose miocarditi dovrebbe essere scongiurato.
Pfizer
Siamo però davvero sicuri di poterci fidare di Pfizer? Qualche dubbio, in tutta franchezza, viene. Innanzitutto, per il lungo curriculum alle spalle dell’azienda, fatto di accuse, processi, risarcimenti. Poi per il modo in cui ha già preso in giro le autorità sanitarie internazionali: ha lanciato in fretta e furia il proprio vaccino promettendo efficacia massima, incassato l’autorizzazione e solo successivamente rivelato come la protezione, in realtà, non superi i 6 mesi, così da preparare una terza dose e nuovi incassi record. Infine, qualche domanda la solleva la stessa scelta di intervenire sul farmaco.
Se Pfizer ha modificato il vaccino, viene spontaneo chiedersi: cosa è stato somministrato finora a ragazzi e adulti? Perché non è stato possibile intervenire prima? Siamo sicuri che ora il rischio di miocarditi sia davvero scongiurato? Domande quanto mai attuali, considerando che il CDC (organismo di controllo sulla sanità pubblica degli Stati Uniti) segnalava soltanto qualche mese fa “l’aumento di casi di miocardite e pericardite dopo la vaccinazione con Pfizer, in particolar modo negli adolescenti e nei giovani adulti”. E alle quali però, siamo sicuri, l’azienda farmaceutica rifiuterà di rispondere in maniera puntuale.
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