Mons. Gastone Simoni: ricordi minimi di un grande profilo.
Nel lontano 1985, quando frequenti, approfonditi ed appassionati erano i confronti dei giovani sui valori della politica, Mons. Gastone Simoni mi chiese di accompagnarlo a Berceto in Provincia di Parma. Autentico animatore della riflessione sull’incidenza della dottrina sociale della Chiesa, era invitato in tutta la penisola per partecipare a confronti e convegni sui rapporti tra ispirazione cristiana, livello pre – politico e impegno diretto nella città dell’uomo. Quella volta l’invito veniva dal Movimento Giovanile della Democrazia Cristiana di Cremona, che aveva organizzato un campo scuola molto partecipato. Erano i tempi in cui le future leve del più grande partito italiano si formavano preventivamente a livello culturale ed amministrativo per prepararsi alla discesa in campo. Ho assistito a molte “lezioni” di Don Gastone (non me ne voglia se uso questo termine più feriale), ma quella di Berceto, per passione, completezza e lucidità non l’ho mai dimenticata. A cominciare dal titolo, semplice ma insieme profetico:”Ideali e proposte per guardare al futuro da cristiani”.
Gli appunti completi di quella serata (come solo può fare un insegnante) sono tra le testimonianze che più gelosamente ho custodito negli anni. Oggi, in memoria di questa grande figura del cattolicesimo sociale italiano, desidero comunicarne alcuni dei più significativi ed ancora attualissimi.
Primo scorcio: la giustificazione cristiana della politica.
“L’impegno nel sociale – affermava Mons. Simoni – è volto ad influire sulla società; l’impegno politico è indirizzato a dirigere la società. Si tratta di due piani distinti e collegati. Alla Chiesa compete l’incidenza sul primo di questi piani, non può e non deve avocare a sé l’impegno diretto. Può, anzi deve preparare i cristiani affinchè l’intervento politico avvenga con giustizia”.
Secondo scorcio: “Non a caso – proseguiva Don Gastone – Cristo rifiutò sia il cesarismo che la teocrazia”.
Addentrandosi poi nel legame strettissimo tra teologia ed ispirazione cristiana che incide sul mondo, l’espressione a mio parere tanto nitida da essere commovente per chi si impegna in politica: “Il nostro programma sociale è la Trinità stessa!”
Commentando questa espressione di Fedorov, grande filosofo russo dell’Ottocento, indicava il vero progetto del cristiano per la città dell’uomo: ”Nella Trinità c’è il massimo della personalità e della comunitarietà da imitare, seguire, applicare nel mondo.”
Ho incrociato tante volte ancora Mons. Simoni, anche in veste ufficiale. Ricordo, fra l’altro, l’appassionato dibattito non sempre convergente in Consiglio Regionale durante le audizioni sul nuovo statuto toscano; i confronti, privati e pubblici, sugli spazi e le prospettive del partito dei cattolici in Italia. In ultimo, la sua insistenza nel presentare a Fiesole il mio libro più recente, Il tempo dei costruttori.
In realtà proprio questo è stato (e sarà) per tutti noi lo stigma di Don Gastone, che da ieri ci precede nella casa del Padre: essere, costi quel costi, un paziente e determinato “costruttore” di ideali e proposte per guardare al futuro da cristiani.
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