Montanelli oggi rinpiangerebbe Berlusconi.
Sono convinto che Indro Montanelli, oggi avrebbe avuto l’onestà intellettuale di ammettere che su Berlusconi aveva fatto un errore di valutazione.
Il contesto
Per carità tutti sono bravi col senno del poi. Ed in fondo Indro Montanelli non ha potuto vedere che la parte iniziale della carriera politica di Silvio Berlusconi.
Andando poi a rivisitare in parte alcune delle sue valutazioni. Ammettendo che aveva sottovalutato, anche le capacità politiche dell’uomo.
Ma Indro Montanelli è anche morto avendo potuto vedere un governo che durò soli otto mesi. Cosa che gli aveva dato in buona parte ragione. Ed un periodo di opposizione lungo. Più o meno durato sei anni.
Era morto poco dopo la seconda vittoria elettorale del cavaliere, ma solo pochi mesi dopo di questa.
I dubbi
I dubbi di Montanelli erano legati, agli interessi privati dell’uomo. Al tema del conflitto di interessi che, visto nell’ottica di una politica storica. Di una tradizione consolidata della democrazia parlamentare, era inaccettabile.
Chi aveva interessi privati teoricamente non doveva occuparsi della cosa pubblica. Un sistema corretto nell’apparenza, ma fallace nella sostanza. Anche perché molto spesso chi aveva interessi privati si faceva rappresentare da chi ufficialmente non ne aveva. Con il vantaggio che ciò fosse meno evidente, e dunque più disinibito nei fatti.
Poi sicuramente era scettico sul fatto che un dinamico imprenditore, potesse adattarsi ai tempi della politica, ai suoi riti e soprattutto vincere la resilienza dei burocrati.
Un errore di fondo
Montanelli usava parametri vecchi, per giudicare un uomo nuovo. Io questo lo dico nel massimo rispetto di Montanelli, che per me è una stella polare.
Però la prima repubblica crollava e con essa cadevano buona parte dei rituali. Crollava nella sostanza, non nella forma. La costituzione quella rimaneva tale e quale. Però chiaramente la sostanza cambiava perché i partiti tradizionali morivano.
Montanelli questo suo errore lo riconobbe.
Berlusconi incarnò l’uomo nuovo. Riuscì a fondare un partito politico, che al di là delle eredità e delle eccellenze che era riuscito ad inserire al proprio interno, si fondava sulla figura del suo carismatico leader.
In tutta la prima repubblica ci sono stati tanti leader, ma nessun partito era puramente lideristico. E poi la legge elettorale per grossa parte maggioritaria stravolse un mondo.
Berlusconi non ha totalmente cambiato tutti gli apparati dello Stato, ma non si è neanche adattato passivamente ad essi. Una certa serie di innovazioni è riuscita ad imporle politica, diventando anche un politico accorto e capace di confrontarsi con i pesi e contrappesi, in molti casi eccessivi, del nostro contorto asistema parlamentare.
Oggi non c’è dubbio che ,davanti a tanti fallimenti, a tanti politici mancati, Montanelli riconoscerebbe a Berlusconi delle qualità anche in politica fuori dal comune.
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