Montanelli – La prima volta che varcai la porta di via Gaetano Negri avevo appena vent’anni, ma prima di riuscire a vedere Indro ne passarono diversi altri, e non posso arrogarmi di averlo conosciuto di persona come avrei voluto. Ma pranzarci insieme, uno davanti all’altro, nella mia consapevole inadeguatezza, che si trasformava in autocensura, e sentire raccontare di persona aneddoti gustosi che avevo letto negli anni valse l’attesa.
In Toscana ’62, un reportage che è un gioiello, poi raccolto nel volume Professione Verità (Laterza), con Giappone ’51 e Ungheria ’56, scrive che “in Toscana ogni famiglia è un’isola e ogni individuo uno scoglio”. Beh lui era quello scoglio. Ma uno scoglio incredibilmente florido.
È stato scritto cosi tanto sull’uomo, nel bene e nel male, che so di non aggiungere niente. Solo una cosa, che neppure son sicuro essere mia, ma che mia faccio: riusciva sempre a sorprenderti.
Altri bravi giornalisti riescono ad interpretare i tuoi pensieri del momento e dargli quella forma ideale a cui avresti ambito. Quella che ti fa dire: “Vedi!”. Indro invece ti lasciava interdetto, ti faceva dire: “È così! Ma non ci avevo pensato”. Ha insegnato a così tanti a pensare, senza neppure rendersene conto. Era solo un giornalista.
Le cronache di questi giorni parlano della brutta statua imbrattata e dei ricordi dei suoi due anni scarsi in Abissinia. E del suo primo matrimonio. L’unica donna di cui avesse il ritratto nel suo ufficio, dove capeggiava il busto di Stalin (“il più grande omicida di comunisti della storia”). Giudicare senza conoscere e pensare di conoscere perché le informazioni, sin troppe, sono a disposizione di tutti è un costume diffuso. In un paese dove votare sembra un miraggio scrivere la propria fesseria del momento in un social e trovare qualche altro gonzo che mette un like evidentemente da sufficiente soddisfazione.
Di tutto questo però una cosa la posso dire con ragionevole certezza: Montanelli quella statua l’avrebbe schifata, e avrebbe detto che la vernice rossa ci stava bene, gli dava un tono. E sarebbe andato a pranzo. Era solo un giornalista.
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