«La predicatrice e il pilota» questo era il titolo di una serie di video con cui Gwen Shamblin Lara raccontava ai suoi fedeli la vita con il nuovo marito, «alla luce della parola di Dio». La 66ene predicatrice e il marito pilota sono morti sabato mattina quando il loro aereo privato, un Cessna, si è inabissato in un lago del Tennessee poco dopo il decollo. Con loro hanno perso la vita altre cinque persone, tutte membri della «Remnant Fellowship Church», la chiesa che la signora aveva fondato nel 1999.
LUCI E OMBRE
Gwen era famosa negli Stati Uniti e non solo. La sua fede molto conservatrice era alla base di un approccio dietetico contro l’obesità che apparentemente ha contribuito a portare migliaia di seguaci a perdere il peso in eccesso. Il pubblico l’ha definita una guru delle diete, ma i suoi seguaci sostenevano che fosse una vera e propria profeta. Alcuni ex-seguaci avevano invece gettato ombre sul suo buon nome, protestando che in realtà la chiesa era un vero e proprio culto, gestito con polso ferreo, «alla maniera del regime dittatoriale nella Corea del nord».
Non è chiaro ancora come mai l’aereo si sia inabissato nel Percy Priest Lake, ma la figlia della predicatrice aveva lanciato un primo tweet per dire che c’ erano stati dei problemi al motore che richiedevano «un atterraggio immediato», e sollecitava i seguaci a «pregare in uno spirito di pace».
OBESITÁ UGUALE PECCATO
Gwen Shamblin Lara aveva cominciato la sua carriera come dietologa, e aveva maturato un regime dietetico che non si basava sul controllo delle calorie, e non richiedeva neanche esercizio fisico, ma portava l’individuo a mangiare con estrema lentezza, e a fermarsi non appena si fosse sentito pieno. L’ approccio non è del tutto peregrino e può aiutare molti in un Paese dove l’obesità ha superato il 42% della popolazione.
Ma nella chiesa di Gwen era tutto inquadrato in una fede assoluta nella parola e nel potere di Dio. Secondo Gwen, mangiare troppo, bere, fumare, drogarsi, fare sesso fuori dal matrimonio, essere gay, erano tutti peccati che violavano l’ordine universale creato da Dio per gli uomini. Insomma: essere sovrappeso era un vero e proprio peccato, in quanto offendeva l’ordine del Creato.
A SCOPO DI LUCRO
Ogni suo seguace dunque doveva vivere in armonia con l’ordine divino, secondo l’interpretazione che ne dava lei. La sua chiesa ha fatto discepoli, e ha più di 100 branche diffuse nel paese, gestite da «pastori, diaconi, e assistenti pastorali». A differenza di altre chiese, la Remnant Fellowship Church è a scopo di lucro. Quando è stata criticata per questo fatto, e per lo stile di vita opulento che la famiglia conduceva, Gwen ha risposto che «metà di quello che raccoglieva se ne andava in tasse federali e metà veniva reinvestito per continuare ad aiutare chi ne aveva bisogno».
Altre polemiche erano esplose intorno alla chiesa quando nel 2003 una coppia di suoi seguaci uccisero a botte il loro bambino di otto anni. I due si difesero sostenendo che era stata Gwen a impartire loro l’ordine di «disciplinare» il bambino anche corporalmente. La giuria comunque non ascoltò le loro scuse e li ritenne colpevoli di omicidio.
Nel corso degli anni, alcuni ex dipendenti le hanno fatto causa accusandola di metodi autoritari e di non permettere che i lavoratori avessero opinioni diverse dalla sua.
Qualche sommessa polemica è circolata nel 2018, quando Gwen ha divorziato dal primo marito, David Shamblin; con il quale era stata sposata 40 anni. Per poi convolare a nuove nozze con l’ex Tarzan televisivo Joe Lara, ancora atletico; mentre David aveva messo su pancia ed evidentemente non riusciva a seguire l’insegnamento divino della moglie.
SEMPRE IN VIAGGIO
Magra come un chiodo, con i capelli sbionditi e cotonati come andavano di moda negli anni Cinquanta, Gwen stava allargando ulteriormente il suo raggio di azione, proprio grazie al marito pilota, e volava quasi ogni giorno dal suo Tennessee verso Stati vicini per predicare e raccogliere nuovi seguaci. Ogni suo viaggio diventava un video su YouTube e cominciava con la preghiera: «Preghiamo perché Dio ci guidi, chiediamogli un volo sicuro e tranquillo, perché Dio è il nostro pilota».
Anna Guaita per “il Messaggero”
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