Giuseppe De Donno è morto. Suicida. Che si sia suicidato manu propria o che qualcuno lo abbia “suicidato”, cambia poco. In qualche modo è stato ammazzato. Non giriamoci troppo intorno: lo stress, l’emarginazione, i controlli come fosse un delinquente, il sostanziale declassamento, ti ammazzano. Infatti…
Un medico di 54 anni con la sua passione e competenza, che un mese fa lascia il posto di primario del reparto di Pneumologia dell’Ospedale di Mantova per andare a fare il medico di base a Porto Mantovano, già stride parecchio.
Dicono che lo avesse fatto per stare più vicino ai pazienti. Dicono. Non mi risulta lo abbia detto lui.
Al medico di base si rivolgono tutti per tutto, difficilmente può dedicarsi ai pazienti affetti dal covid più di un primario che tratta praticamente solo questo H24..
Aveva speso molto Giuseppe De Donno, dicono tutti. Non viene mai specificato cosa in particolare avesse speso, la logica fa pensare ad una quantità infinita di energie e, probabilmente, a del denaro messo di tasca per portare avanti i propri studi sulla cura al plasma iperimmune per i pazienti con gravi forme di Covid.
Se così fosse, suona ancora più strano che se sia andato a guadagnar di meno.
La cura poi, stando a quello che leggo su tanti quotidiani, pare funzionasse benissimo con costi minimi. Un ottimo motivo per accantonarla. No money No pharma. De Donno tempo fa aveva dichiarato: “Salvo vite con il plasma iperimmune e da Roma mi mandano i carabinieri”.
Si sarà suicidato senza nemmeno lasciare un biglietto per quello che ha vissuto (rectius gli hanno fatto vivere), l’indagine aperta dalla Procura probabilmente non porterà a nulla, ma qualche legittimo sospetto è difficile non averlo.
Anche senza essere dei complottisti.
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Il libro: “Hitler e Mussolini. Lettere, documenti, intercettazioni telefoniche”
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