È morto a Trevignano Romano, in provincia di Roma, all’età di 70 anni Achille Lollo, responsabile dell’eccidio di Primavalle.
Ex militante del gruppo extraparlamentare di estrema sinistra Potere Operaio condannato per il rogo di Primavalle, avvenuto la notte tra il 15 e il 16 aprile 1973.
In quell’attentato furono uccisi Stefano e Virgilio Mattei, di 8 e 22 anni, figli del segretario della locale sezione del Movimento Sociale Italiano.
Insieme con Lollo, unico finito in carcere, condannati anche gli altri militanti di Potere Operaio.
Precisamente Marino Clavo e Manlio Grillo.
Questi ultimi però da latitanti non hanno mai scontato un giorno di carcere.
Lollo, dopo due anni di carcere, riuscì a fuggire in Brasile, per poi tornare in Italia per la prescrizione della pena nel 2011.
Una vicenda atroce
Erano le 3:20 del 16 aprile 1973 quando, nel quartiere romano di Primavalle, in via Bernardo di Bibbiena numero 33, lotto 15, scala D, terzo piano, un gruppo di giovani di Potere Operaio lasciò davanti alla porta di un appartamento una tanica di benzina con un innesco artigianale.
Qualche secondo e poi lo scoppio, la porta venne avvolta dalle fiamme, che nel giro di qualche minuto si estesero a tutta la casa.
Era l’appartamento di un ex netturbino, Mario Mattei, che all’epoca aveva 48 anni, segretario della sezione ‘Giarabub’ del Msi, Movimento sociale italiano, in via Svampa.
L’uomo aveva sei figli: quando si accorse dell’incendio, si gettò giù da un balcone.
La moglie Anna e i due figli più piccoli, Antonella di 9 anni e Giampaolo di soli 3 anni, riuscirono a fuggire dalla porta principale quando il fuoco cominciò a diffondersi.
Lucia di 15 anni grazie al padre si calò nel balconcino del secondo piano e da lì si buttò, presa al volo da Mattei già a terra nonostante le ustioni sul corpo.
Silvia, 19 anni, si gettò dalla veranda della cucina: batté la testa sulla ringhiera del secondo piano, la schiena sul tubo del gas, venne trattenuta per qualche istante dai fili del bucato e quindi finì sul marciapiede del cortile riportando la frattura di due costole e tre vertebre.
Gli altri due figli, Virgilio di 22 anni, militante missino dei Volontari Nazionali, e il fratellino Stefano di 8 anni, invece, non riuscirono a gettarsi dalla finestra per scampare alle fiamme.
Intrappolati, riuscirono ad affacciarsi e provarono a chiedere aiuto.
Alcune foto dell’epoca ritraggono Virgilio proprio mentre, completamente annerito e con il volto già devastato dalle fiamme, cercò di gridare aiuto. Morirono bruciati vivi nel giro di pochi minuti.
I vigili del fuoco li trovarono carbonizzati.
Leggi anche:
https://www.adhocnews.it/morte-del-dr-giuseppe-de-donno-quanto-ci-raccontano-torna-ben-poco/
www.facebook.com/adhocnewsitalia
Seguici su Google News: NEWS.GOOGLE.IT