Si sta svolgendo proprio in questi giorni il Motor Bike Expo a Verona: avete ancora tempo oggi di visitare quello che è diventato il più grande bike show custom in Europa.
Lo staff di Francesco Agnoletto e Paola Somma da undici anni allestisce una kermesse sempre più ghiotta per i palati fini dei motociclisti Harley addicted ma non solo. Questo appuntamento invernale un tempo si chiamava Chopper e Custom Show, si svolgeva a Padova, ma dopo quattordici edizioni Paola e Francesco decidono di cambiare e si spostano a Verona, lasciando una realtà ormai consolidata ma provinciale e rilanciando un evento che assume uno spessore internazionale.
Oggi, dopo dieci anni da quella scommessa vinta, MBE conta più di 150.000 visitatori e 700 espositori. Questi i numeri, fino all’anno scorso.
Alla volta della città scaligera ormai è consuetudine che arrivino i colossi dell’industria motociclistica mondiale, distribuiti in sette padiglioni, più un ottavo, quest’anno dedicato alle esibizioni indoor. Ma di questo parleremo in seguito.
Le luci
Ogni padiglione è a tema, in predominanza Custom, che domina i primi tre, e poi, Cafè Racer nel terzo, dove si segnala la presenza degli stand di Royal Enfield, oggi di proprietà indiana ma dall’aroma che più inglese non si può e Ace Cafè, oltre all’ ospite illustre Harley-Davidson, che quest’anno non è rappresentata dal Dealer di Sommacampagna.
Nel quinto e nel sesto troneggiano le Sport, con la presenza di Honda e Yamaha.
Ma non solo queste le Case presenti, BMW presenta alcune novità e lo stand Indian occupa uno spazio sempre maggiore, nella Fiera come nel mercato con le sue concorrenziali Chieftain. Oltre alle già citate Harley, Indian, BMW, Honda, Yamahatrovano posto la Triumph, Royal Enfield, Moto Guzzi, Moto Morini, Mondial, la rinata Borile e miriadi di fabbriche di accessori, lubrificanti, abbigliamento.
Negli anni molte personalità della scena Custom mondiale sono giunte all’ ombra dell’ Arena, del calibro di Arlen, Cory e Zach Ness, Fred Kodlin, Roland Sands, Jeff Decker, Cole Foster, Russel Mitchell, Marcus Walz, le star televisive Teutuls di Orange County Choppers e Jesse James.
Gli illustri ospiti di quest’ anno ancora Cory e Zach Ness, seconda e terza generazione del colosso statunitense, e Shinya Kimura, vera icona giapponese dalle preparazioni maniacali, dapprima sotto il brand Zero Engineering e poi semplicemente W: insieme a Fred Kodlin e Ray Drea, hanno selezionato la vincitrice in MBE Awards in Best of Show. Nella foto la premiazione del MBE AWARD che ha visto la vittoria della special di Koh Sagakuchi (Suicide Custom) con la Speedster, uno sportster interamente fatto mano dal costruttore giapponese. Sul secondo gradino del podio Radikal Chopper, con la Newasa. Varie le categorie nell’altro contest, quello della rivista Lowride: Chopper, Bobber, Modified, Bagger, Freestyle, Cafe Racer e Scrambler.
Presenti anche i Flat trackers del campionato Over the top, esibizioni bellissime realizzate grazie a Di traverso School YCF OMT Garage e Thundervolt.
Momenti di Beneficenza di CMC Motorcycle che mette all’ asta una preparazione su base Guzzi per gli sfollati di Genova per il crollo del ponte Morandi, e la benemerita Associazione Bikers Cologno al Serio per i 21 anni di Festa Bikers che tanti migliaia di Euro ha raccolto nelle varie edizioni.
Le ombre
I giorni di giovedì e venerdì sembrano dominati da un cielo plumbeo che ogni tanto regala pioggia ghiacciata ai visitatori. Nei padiglioni solo moto e qualche auto Hot Rod.
All’ esterno tutti gli stand di Street food più ghiotto e colesterolico possibile, dall’ irresistibile fascino che sa esercitare sul popolo di motociclisti con il gilet di pelle delle grandi occasioni.
L’atmosfera di festa che si respira è quella di sempre, con profumi di cibo e brace che si perde nell’ aria e fiumi di birra, musica rock, tra accessori, moto artigianali e stand di pezzi usati o per moto d’epoca che hanno il sapore di uno swap meet.
Tra i Cataloghi aftermarket presenti Motorcycle Storehouse, Parts Europe e Drag Specialties ma si segnala l’assenza di Custom Chrome e W&W.
Proprio tali assenze, unitamente a quella della storica concessionaria Ufficiale Harley veronese di Sommacampagna suonano come un campanello d’allarme.
La Mostra è risultata sicuramente in questi giorni caleidoscopica ed affollata come sempre, ma si nota
Poche le preparazioni inedite, pur nella spettacolare riproposizione di special degli anni passati. Il sentore di già visto domina un po’ dappertutto.
Attendiamo i numeri ufficiali che saranno resi noti nelle prossime settimane, ma la sensazione è che una certa stanchezza del mondo del Custom si sia riflessa in questa edizione, a confermare una crisi di immatricolazione delle due ruote che forse solo la propulsione elettrica potrà risollevare. Fred Kodlin ad esempio ha presentato l’ultima sua special, una bagger totalmente elettrica, la Togetherness. In tal senso anche Harley-Davidson sta precorrendo i tempi tra i grandi Costruttori con il progetto Livewire, la sua moto elettrica, molto “da sparo” e poco cruiser, ma con gap evidenti di prezzo (in Usa la moto elettrica sarà venduta a poco meno di $ 30.000, in Europa sforerà abbondantemente tale importo) e di autonomia.
L’intero comparto dei motori vive un momento di crisi dettato dalle norme antinquinamento, auto e moto sembrano più orientate all’ infotainment che sulle prestazioni e meccanica tradizionale: logico che da queste premesse le preparazioni artigianali, spesso vere opere d’arte, devono fare i conti con veicoli sempre più complessi e sempre più intoccabili, standardizzate ed “omologate”. Difatti le special presenti si rifanno, come basi, a moto di quindici, venti anni fa quando non esistevano diavolerie elettroniche e schermi touch per dirti quale strada prendere per arrivare prima alla meta, ma al contrario il senso ed il piacere risiedevano nel viaggio stesso.