Mussolini potrebbe ottenere nuovamente la guida del governo. Ma solo nella testa del PD, e di chi vuole capitalizzare i voti aumentando la paura. Settantanove anni fa, proprio il 25 luglio 1943, il Gran Consiglio del fascismo sfiduciata il cavaliere Benito Mussolini. Il giorno dopo il Re lo fece arrestare dai carabinieri, e condurre via su un’ambulanza, per farlo scortare in seguito a Campo Imperatore. Di lì finì il regime fascista. La storia della Repubblica Sociale è la storia di uno stato, creato grazie al supporto militare tedesco. De facto stato satellite della Germania nazista.
La balla del secolo
Ma ecco che ora, Il 25 luglio 2022 Mussolini potrebbe miracolosamente tornare al governo. Chi ha paventato costantemente questo rischio, tutto il campo largo sembra non dover concorrere a libere elezioni, ma addirittura creare un fronte per la liberazione nazionale.
Un fascismo immaginario
Che il fascismo possa tornare è un’assurdità tale, che si fa fatica a pensare che ci credano veramente gli stessi assertori di tale assurda tesi. In realtà il pericolo fascista viene evocato solo ed esclusivamente per terrorizzare il paese.
Non ci sono possibilità che il fascismo in Italia torni. Giorgia Meloni è una donna nata trentadue anni dopo la fine della guerra. E proviene da un partito pienamente inserito nel meccanismo Democratico della Repubblica.
Ma questo non mi interessa al fine di chi fomenta la paura. L’obiettivo è semplicemente cercare di creare un fronte comune, contro un nemico comune. Trovare il modo di fare una chiamata alle armi, supportata dalla paura dell’altro.
La sinistra irresponsabile
Si continua con la demonizzazione dell’avversario. Come se si trattasse di una guerra Santa. Questa è una cosa irresponsabile e pericolosa per il paese.
Se c’è un pericolo è l’atteggiamento di parte della sinistra che continua ad evocare la resistenza, contro partiti democratici e rappresentanti liberamente eletti. Le elezioni non sono una guerra. Il Partito Democratico non è il Comitato di Liberazione Nazionale che guida i partigiani contro gli invasori. Anche perché non ci sono truppe nazifasciste da combattere. L’Italia non è un paese in guerra. Ed accettare la legittimità dell’avversario è una condizione fondamentale, perché l’avversario accetti la tua legittimità.
Un atteggiamento più maturo
Il centrodestra non è certo privo di difetti. Però bisogna ammettere che dimostra, almeno sul piano dell’accettazione delle regole democratiche, una maturità maggiore. Sono ormai trent’anni che non si sente più parlare di pericolo di ritorno al comunismo, se vincesse la sinistra.
Sicuramente un poco perché la sinistra, almeno quella del Partito Democratico, si è molto allontanata dalla sua storia. Però è comunque erede di quella storia e si allega con chi quella storia la rivendica. E si potrebbe recriminare molto ai regimi comunisti. Si potrebbe chiaramente ricordare la stretta connessione tra il Partito Comunista sovietico, ed il Partito Comunista Italiano; saranno stati anche dei critici, ma non volevano gli euromissili condizione necessaria per la scelta atlantica .Non hanno rinnegato personaggi come Breznev. Anzi nella sua storia il Partito Comunista Italiano fu tra i più imbarazzanti, nel prendere tempo per condannare definitivamente Stalin.
Il PDS era migliore
La sinistra di Luciano Violante. Quella che si approcciò alla storia diversamente. Che condannava l’adesione a Salò, ma cercava di non vivere di uno scontro civile perenne. Auspicava una destra che fosse legittima avversaria, era una sinistra delle idee. Idee che il sottoscritto già allora non condivideva ma erano idee e programmi, ben strutturati.
Oggi la sinistra è confusa. Parla di combattere un precariato per cui lei stessa ha gettato le basi. Parla di lavoro, ma i suoi programmi sociali sono meramente assistenziali e non mirati a stabilizzare le persone. Ha rotto con la grande tradizione sociale comunista, per concentrarsi sui diritti delle minoranze.
L’antifascismo è necessario. Per quanto anacronistico. Invita a votarli turandosi il naso. Non votare per qualcosa, ma contro qualcuno. Una prospettiva triste per chi afferma di avere delle idee.
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