Il Duce sceglie di confessarsi all’ufficiale medico della Wehrmacht che gli fu vicino, dall’ottobre del 1943, per tutti gli ultimi diciannove mesi della sua vita. Mussolini preferisce un laico e con lui si sfoga, parla senza reticenze del suo passato, dei suoi amori, dei suoi rimpianti, gli racconta aneddoti curiosi, trancia giudizi sui contemporanei. Una preziosa testimonianza che rivela un Mussolini intimo e inedito che parla con franchezza di Churchill, di Hitler, di Roosevelt, di Badoglio, di Togliatti, della sua alta considerazione per Goebbels e del disprezzo per Göring.
Il libro pubblicato da Adler Edizioni torna finalmente in catalogo dopo anni di oblio. Un testo fondamentale per comprendere l’ultimo periodo della vita di Mussolini.
Il Duce parla senza filtri degli uomini del suo tempo con il medico Zachariae divenuto intimo amico:
«Il sistema comunista fa degli uomini una mercanzia che può essere manovrata a seconda della volontà dei capi.»
«La democrazia fu uccisa in Germania proprio dalle potenze democratiche occidentali: è a loro che spetta il merito o la colpa della nascita del nazismo.»
«Della cerchia del re fa parte il famigerato Maresciallo Badoglio. Se invece di esaudire tutti i suoi desideri, lo avessi fatto allontanare senza riguardo, avrei liberato l’Italia da un verme e mi sarei sbarazzato dell’uomo che ha dato il segnale della rivoluzione di palazzo che ha gettato nel fango il nome d’Italia.»
«Togliatti è stato per più di vent’anni in Russia, dove ha appreso tutte le finezze della politica di Mosca. Si può dire soltanto: Povera Italia, se è costretta a sopportare anche questo!»
«Churchill mi disse: “Se io fossi italiano state pur certo, Duce, che sarei fascista anch’io”».
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