Myriam Sylla è la mia giocatrice della nazionale preferita. Non solo è bravissima, ma si è dimostrata anche di un’intelligenza superiore alla media. Sicuramente alla media dei giornalisti che l’hanno intervistata.
Appena atterrata in Italia, con quella splendida medaglia d’oro al collo, il solito scribacchino (ormai la categoria “giornalista” è decaduta miserrimamente) le ha fatto la domanda che ogni persona intelligente e dotata di buon senso farebbe a chi ha appena vinto l’oro olimpico: cosa ne pensa delle parole di Vannacci?
La sua risposta è stata esemplare: “Non so neanche cosa ha detto, cioè mi stai facendo questa domanda perché me la devi fare e me la vuoi fare, io non so neanche cosa ha detto e sinceramente non mi interessa io ho questa al collo e ne vado fiera, quindi…”.
Ed è inutile che scriviate, servi di una sinistra fomentatrice d’odio e (come si direbbe a Firenze) rizzatrice di bischeri: non ha ignorato Vannacci. Ha ignorato proprio tutti, a partire dal fenomeno che le ha fatto la domanda.
Il sottotitolo della risposta è: io gioco a pallavolo, ho vinto l’oro, me lo voglio godere e mi importa una ricchissima seg@ delle vostre segh€ mentali di bieca propaganda politica. Per quelle potete rivolgervi alla numero 18 (aggiungo io), che è molto più brava a massacrare le palle (da gioco, ovviamente).
Già la nostra Myriam Sylla, che sarà pure nata a Palermo, ma ha un accento lombardo bello intenso, era la mia giocatrice favorita. Adesso mi è andata proprio nell’Olimpo. Mettendo a sedere un “giornalista” che era andato a Linate non per fare una bella intervista, ma per scatenare qualcosa che non c’è stato. Perché per essere campionesse, non basta essere brave. Bisogna anche essere molto intelligenti.
Grazie Myriam
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