Ieri abbiamo parlato delle proiezioni di loghi American Express sui monumenti fiorentini, scherzandoci un po’ su.
Un’iniziativa fuori luogo, che ha fatta brutta mostra di sé per tutto il periodo natalizio, che solo ora viene dibattuta.
Ma ora Nardella arriva a fare la “faccia seria” e difendere l’indifendibile, quindi, diveniamo più puntuali e compunti anche noi.
Pretende di avere ragione, allora è il momento di puntualizzare.
Ieri ha scritto su Facebook:
“Oggi ho appreso che la Soprintendenza valuta denunce penali contro gli organizzatori del festival di luci Flight promosso dal nostro Comune perché su alcuni monumenti è stato proiettato per alcuni istanti il nome dello sponsor che permette di realizzare la manifestazione, che da anni ha grande successo, coinvolge tanti giovani artisti e aiuta l’economia del turismo in crisi.
Lo storico dell’arte Montanari ha scritto che la città di Firenze è stata umiliata e si è prostituita.
Ci difenderemo dalle eventuali denunce con grande serenità perché abbiamo la coscienza a posto e perché Firenze in questi anni è cresciuta culturalmente come non mai.
Un’immagine con il logo dello sponsor, che io giudico sbagliata perché non adeguata a quei luoghi, non può diventare il pretesto per aggredire con questa violenza la reputazione di una città e di chi la amministra.
Ho già detto a MUSE Firenze che ha confezionato quell’immagine, che non voglio più i loghi degli sponsor proiettati sui monumenti.
Ma allo stesso tempo, a testa alta, rivendico quanto fatto in questi anni per la cultura e dico che continueremo per la nostra strada, con umiltà e rispetto verso tutte le istituzioni, per la tutela e la promozione dei nostri monumenti proprio come abbiamo fatto con Flight che ciascuno di voi può giudicare da queste foto.”
Una difesa inaccettabile
Personalmente ritengo la mercificazione dei monumenti un affronto alla storia e al passato di Firenze.
Plaudo alla iniziativa di Montanari perché mai come in questo anni vedo la mia città umiliata da scelte deleterie, in materia di mobilità, di arredo urbano e di iniziative commerciali.
Ma al di là di questo, il non aver notificato alla Soprintendenza l’apparizione dei loghi su edifici patrimonio dell’UNESCO, è quantomeno censurabile. Quando poi al privato cittadino, che magari possiede una minima porzione di un bene vincolato, è precluso anche cambiare una mattonella del bagno senza notifica.
Qui siamo arrivati ad usare una facciata secolare o un ponte famoso nel mondo per fini commerciali.
Riempiendosi poi la bocca di amore per la cultura e la sostenibilità.
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