Nardella e il “vivace scambio” al congresso di FDI
Domenica in un luogo importante per la cultura fiorentina quale il Teatro del Maggio Musicale si è celebrato il congresso fiorentino di Fratelli d’Italia.
Luogo imponente, come imponente e di rilievo il “parterre des rois” all’evento
Erano presenti tanti leaders del partito di maggioranza e della politica italiana, tra i quali spiccavano la sorella della premier Arianna Meloni, il capogruppo alla camera Tommaso Foti, il Ministro della cultura Gennaro Sangiuliano. Quest ‘ultimo si è reso protagonista di un “vivace” scambio di opinioni con il suo conterraneo e sindaco uscente di Firenze Dario Nardella, apparso nelle sale del teatro del Maggio musicale per un veloce saluto.
“Vivace scambio” è un eufemismo
I toni ancorché cortesi erano intrisi di parole al vetriolo. ” Entrambi siamo partenopei” chiosa il Ministro, per l’occasione nominato Presidente del congresso, ” ma io sono originario di Napoli centro e tu della periferia di Torre Annunziata”. Il ministro prosegue nei suoi affondi, “sviolinando” con assoluta precisione fatti e eventi fiorentini per mettere in evidenza l’inefficienza non solo di Nardella ma di tutti i predecessori dello stesso colore politico . Nardella, che pensava ad una passerella o poco più, ha dato l’impressione di dover modificare la scaletta preparata in fretta e furia davanti al caffè della mattina, per procedere a difendersi dai “fouets” dell’illustre conterraneo.” Sei napoletano come me, possiamo condividere gli striscioni dei tifosi della Fiorentina”. Ma sui contenuti delle inadempienze del suo mandato, Nardella glissa, neanche fosse lo sciatore Paris. Dopo il suo discorso si allontana velocemente. Una piccola stoccatina la regala però anche il sindaco, ricordando la ricorrenza del 26 gennaio, giorno della memoria, per dare la possibilità di creare un titolo ad effetto in qualche quotidiano allineato, e per ricordare, se mai ce ne fosse bisogno della vocazione internazionale di Firenze.
Nardella non proferisce parola sulla loggia Isosaki menzionata da Sangiuliano, niente sulla immigrazione clandestina e gli immobili occupati, niente sul degrado alle Cascine, niente sul futuro del Maggio musicale ( solo un accenno alle difficoltà burocratiche durante la costruzione) né sulle prospettive dell’aeroporto.
Ma della scarsa propensione del Governo a inviare a Firenze forze armate in più per la sicurezza della città, quello si , il primo cittadino lo dice forte e chiaro.
Ci pensa Donzelli a rispondere al sindaco
Lo rimbecca sciorinando i numeri dei già presenti agenti di Polizia e Carabinieri inviati di recente a Firenze, chiede una maggiore formazione della polizia municipale ” che non deve solo fare multe” , ma soprattutto ricorda anni e anni di governo di sinistra a Firenze ” dove non è stato fatto nulla. Tutto fermo”. Si cita la Funaro che sbandiera come coriandoli al vento il nonno Bargellini, ma nasconde il cugino che assiste gli immigrati nella ricerca di immobili da occupare abusivamente. E a tutti, proprio tutti, viene in mente la povera Kata.
La destra fiorentina questa volta sembra crederci per davvero alla vittoria delle prossime elezioni, nonostante ancora ad oggi, non sia stato ufficializzato il candidato a sindaco.
Si punta sul pragmatismo, sulla progettualità, sull’entusiasmo del Governo e sui risultati vincenti di tanti comuni toscani passati a guida centrodestra
Si punta ad una classe dirigente che durante questo anno e mezzo di Governo ha cominciato ad avere più “capelli bianchi” per le tante preoccupazioni da affrontare ogni giorno . La mattinata chiude con Francesco Torselli, capogruppo FDI in Toscana, che ha “urlato” il suo si alla candidatura nel collegio di Firenze per le prossime Europee, “non perché me lo chiede il partito, ma perché Firenze non può né deve essere rappresentata da Nardella”. E che il sipario venga alzato e il valzer delle elezioni abbia inizio.
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