E alla fine, come tutti ci aspettavamo, l’Europa ha detto che i soldi del PNRR non arriveranno. Lo aveva già anticipato Salvini qualche giorno fa e oggi l’Europa ci ha messo una pietra tombale sopra. Quei 55 milioni non arriveranno. Né ora né mai, per parafrasare Manzoni.
Eppure mi pare così strano che ce li abbiano negati. Sarebbero dovuti servire per la riqualificazione di aree degradate. Infatti Campo di Marte tutto è, ma non un’area degradata.
Oggi su Facebook ho letto un post del sindaco Nardella. Ne evidenzio alcuni stralci: “Firenze subisce un danno grave, ingiusto e ingiustificabile e perde 55 milioni di euro del PNRR”; “C’è chi ha remato contro Firenze e la Fiorentina”. La più bella poi è: “inoltre abbiamo speso già 8,5 milioni di euro nella progettazione e nella verifica della progettazione”.
La rovinosa pisciatina territoriale della politica
La cronaca vuole questo: arriva un imprenditore americano di origine italiana che vuole investire denaro estero e suo (badate bene: estero e suo) per costruire un centro sportivo e lo stadio. Il centro sportivo riesce ad ottenerlo, nonostante la sovrintendenza e un’altra organizzazione di mantenuti statali cerchino di rovinare tutto.
Sullo stadio invece la questione è troppo importante: che figura ci fanno le autorità cittadine se si lasciano scappare la situazione di mano? Lo stadio ha da essere pubblico, della città. Ma la città non ha una lira (euro, nella fattispecie) e quindi spera nei soldi europei del PNRR. Che però sono soldi che vanno restituiti, mica ce li regalano. E come devono essere restituiti? Con le nostre tasche, con le tasse.
Quindi da una parte ci sarebbero soldi che provengono dagli Stati Uniti, di un imprenditore privato che vengono investiti e spesi sul territorio italiano. Dall’altra soldi nostri che ci spacciano per europei, ma che invece escono dal nostro portafoglio.
In un paese normale, sarebbe abbastanza facile scegliere. Quasi logico. Ma qui no: nell’italietta dei raccomandati, dei mantenuti politici, degli organismi parastatali, parassiti, paraculi, questo non deve accadere.
L’opera deve essere pubblica, ostacoli a tutto spiano
Commisso presenta varie soluzioni. Tutte bocciate.
Campi no, non è nel comune di Firenze (ecchiccazzosenefrega)! Allora faccio uno stadio bello al posto del Berta/Comunale/Franchi2 (l’originale è a Siena). E da uomo d’affari pragmatico, pensa: rado al suolo e ritiro su. Costa meno e viene meglio.
Scatta allora la sovrintendenza. Bravissimi loro. È un monumento di interesse nazionale, ci sono le curve a D (il fascismo usato a proprio comodo), ci sono le scale elicoidali. Esticazzi, direbbe il Commissario Schiavone. Che cadono pure a pezzi. Sono talmente malridotte che ci hanno fatto una paginata di giornale anche in Polonia. Ricca figura di mer… Ennesima, direi.
Poi l’ultima genialata: lo stadio lo fa la città di Firenze, ma Commisso partecipa alle spese, senza però poter dire nulla. E lui risponde: sono americano, mica fesso. Mostra il dito medio e si mette sul greto del fiume ad aspettare il passaggio del cadavere del suo nemico. Che, puntuale come la scadenza delle cambiali (o le tasse), arriva.
8,5 milioni di Euro. La spesa intelligente
Ricapitolando, sono stati spesi 8 milioni e mezzo di Euro NOSTRI per fare un progetto che sarebbe dovuto essere finanziato sempre con i nostri soldi, del quale però non v’era nessuna certezza. Quando si dice una buona gestione delle risorse pubbliche.
“C’è chi ha remato contro Firenze e la Fiorentina”. Ma non è stata l’Europa: i fiorentini riusciranno a capire da soli. Excusatio non petita, accusatio manifesta.
E poi, con questa politica, ci si meraviglia che l’Italia vada a schifio.
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