Resta ferma davanti a Lampedusa, a circa un miglio e mezzo dalla terra ferma, “Mare Jonio”, la nave di Mediterranea Saving Humans con a bordo 49 migranti soccorsi ieri al largo delle coste libiche e a cui è stato vietato l’attracco. Tra loro 12 minori. Nonostante il divieto della Guardia di finanza, questa mattina, sul presto, l’unità della Ong aveva deciso di proseguire verso Lampedusa per trovare riparo a causa del maltempo e delle condizioni delle persone a bordo, che il capo missione della Ong, Luca Casarini, definisce “difficili”. Alla fine la Guardia costiera ha autorizzato un punto di fonda davanti all’isola: “Siamo andati avanti perché sono tutti in condizioni difficili, sono stati male per il mare in tempesta – spiega Casarini – abbiamo chiesto un porto sicuro, ma non è stato autorizzato lo sbarco: noi abbiamo una bandiera italiana e lo chiediamo con forza”. Per uno dei migranti, affetto da sospetta polmonite, è stata chiesta l’evacuazione medica.
La Guardia di finanza è salita per accertamenti e per esaminare la documentazione di bordo. La procura della Repubblica di Agrigento, secondo quanto apprende l’Agi, sta seguendo, “in costante contatto telefonico con la Capitaneria di porto e la Guardia di Finanza, l’evolversi della situazione”. Al momento, secondo fonti vicine all’ufficio diretto da Luigi Patronaggio – il procuratore che ad agosto, in occasione del caso Diciotti, ha indagato Matteo Salvini per sequestro di persona – e dal suo vice Salvatore Vella, non è stato aperto alcun fascicolo di inchiesta, “ma la situazione è in continua evoluzione”. Al vaglio degli inquirenti, in particolare, i contenuti delle comunicazioni via radio fra la Guardia di Finanza che aveva intimato l’alt, chiedendo di non avvicinarsi al porto di Lampedusa, e il comandante dell’imbarcazione che avrebbe disobbedito, decidendo di proseguire. “Il porto è aperto, non ci sono cannoni puntati”, ha detto il sindaco di Lampedusa Totò Martello, che ricorda che sull’isola gli sbarchi non si sono mai fermati, “è stato autorizzato l’ancoraggio? Non lo capisco… perché non entrano?”, chiede Martello, “il governo non si è fatto vivo, come sempre, e neppure la nave. Noi siamo qui e il porto resta aperto”.
Per il ministro dell’Interno Matteo Salvini lo sbarco dei migranti non è un’opzione. “Possono essere curati, vestiti, gli si danno tutti i generi di conforto, ma in Italia per quello che mi riguarda e con il mio permesso non mettono piede”, ha detto a Sky TG24 il ministro. “È chiaro ed evidente che c’è un’organizzazione che gestisce, aiuta, e supporta il traffico di essere umani. O c’è l’autorità giudiziaria, che ovviamente prescinde da me – prosegue Salvini – che riterrà che questo non sia stato un soccorso e decide di intervenire legalmente, oppure il Ministero dell’Interno, che deve indicare il porto di approdo, non indica nessun porto”. “Questa – osserva Salvini – è la nave dei centri sociali, perché a nome di questa nave sta parlando il signor Luca Casarini, invito ad andare a cercare la scheda dei precedenti penali del signore che era noto per essere uno dei leader dei centri sociali del nord-est. Ci sono altri esponenti di sinistra e ultrasinistra a bordo della nave e, a mio avviso, stanno sostanzialmente commettendo il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Hanno raccolto questi immigrati in acque libiche, in cui stava intervenendo una motovedetta libica. Non hanno ubbidito a nessuna indicazione, hanno autonomamente deciso di dirigere verso l’Italia per motivi evidentemente ed esclusivamente politici. Non hanno osservato le indicazioni delle autorità e se ne sono fregati dell’alt della Guardia di Finanza”. “Ora – sottolinea – se una Stato esiste, se delle convenzioni internazionali, delle leggi e dei confini esistono, non è la prima nata capitanata da dei tizi dei centri sociali che può decidere cosa si fa e dove si va”.