Negli ultimi mesi, Firenze ha assistito a un preoccupante aumento delle aggressioni

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Negli ultimi mesi, Firenze ha assistito a un preoccupante aumento delle aggressioni ai danni del personale dei mezzi pubblici e dei passeggeri, in particolare sulla tramvia.

Questi episodi hanno provocato una crescente preoccupazione tra i lavoratori, portandoli a protestare e scioperare per chiedere maggiori misure di sicurezza

Un caso emblematico si è verificato il 20 gennaio 2025 sulla linea T1: una conducente è intervenuta per soccorrere una passeggera aggredita da un uomo in evidente stato di alterazione. Nel tentativo di difendere la donna, è stata colpita con un pugno dall’aggressore. Entrambe le vittime sono state trasportate al pronto soccorso per le cure necessarie.

Un altro episodio si è registrato il 3 febbraio 2025 sulla linea T2, nei pressi della fermata Redi. Un passeggero in stato di ebbrezza, dopo aver accusato un malore, ha aggredito una donna che stava cercando di aiutarlo. Solo l’intervento di un altro passeggero ha evitato conseguenze più gravi

La reazione dei lavoratori e le richieste sindacali

In risposta a questa escalation di violenze, i lavoratori del trasporto pubblico, supportati dai sindacati, hanno proclamato uno sciopero il 23 gennaio 2025, con un’adesione che ha raggiunto il 70%. L’alta partecipazione evidenzia quanto il tema della sicurezza sia percepito come una priorità assoluta.

Le richieste principali avanzate dai lavoratori includono:

Installazione di vetri protettivi per le cabine di guida degli autobus, al fine di proteggere gli autisti da eventuali aggressioni.

Potenziamento della sicurezza a bordo dei mezzi e nelle stazioni, con un incremento del personale addetto alla vigilanza.

Formazione specifica per il personale, in modo da gestire al meglio situazioni di emergenza e comportamenti aggressivi

Possibili soluzioni e confronto con altri paesi

Per garantire la sicurezza dei lavoratori e dei passeggeri, è necessario un intervento strutturato che integri tecnologia, formazione e un adeguato supporto normativo.

L’introduzione di bodycam e tasti anti-panico rappresenta sicuramente un passo avanti, ma da sola non è sufficiente

Serve un quadro legislativo più rigido, con pene certe e immediate per gli aggressori.

Un problema fondamentale è la percezione di impunità che spesso accompagna questi atti di violenza. Il lassismo istituzionale e una certa indulgenza giuridica rischiano di alimentare un clima di insicurezza, in cui i lavoratori del trasporto pubblico diventano facili bersagli.

In alcuni casi, potrebbe essere opportuno valutare misure più incisive, come il rimpatrio immediato per gli aggressori di origine extracomunitaria

Guardando all’estero, Valencia rappresenta un esempio interessante: sui mezzi pubblici della città spagnola, la segnaletica avvisa chiaramente che chiunque aggredisca il personale sarà arrestato e condannato ad almeno quattro anni di detenzione.

Inoltre, i controllori dispongono di bodycam, possono effettuare arresti e sono dotati di manganelli per la difesa personale. In Italia, misure simili sarebbero difficilmente applicabili, ma un adeguamento normativo potrebbe garantire una maggiore tutela agli operatori del settore.

La sicurezza sui mezzi pubblici non è un tema secondario, ma una condizione essenziale per il corretto funzionamento del servizio e per la tutela dei lavoratori

Servono interventi concreti e immediati, che combinino tecnologia, formazione e un sistema sanzionatorio efficace. Solo così si potrà garantire un ambiente di lavoro dignitoso e un servizio sicuro per tutti i cittadini.

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