Ieri è stata la giornata contro l’omotransfobia. E fin qui tutto abbastanza regolare. Tutte le forze politiche, come è giusto, si sono dichiarate contrarie alle discriminazioni e alle persecuzioni. Siamo pur sempre nel 2021, mica nel medioevo.
Ho visto fotografie di tanti arcobaleni, di tanti simboli di libertà e di voglia di affermarsi. Ho visto anche tante sigle che ormai hanno perso il controllo di loro stesse. L’ultima è veramente incomprensibile: LGBTQIA+ e voglio continuare a vivere senza saperne il significato.
Poi nei vari telegiornali hanno riccamente parlato di come, in alcuni paesi, l’essere omosessuale sia ancora un reato. Stiamo parlando di paesi con un retaggio religioso e culturale ancorato ad un periodo per noi passato e sorpassato da secoli.
Tra questi, mannaggia, c’è la Palestina. Già proprio quella Palestina che gli stessi democratici, liberali, tremendamente chic, stanno difendendo a tutti i costi nella guerra contro Israele.
Quindi, ricapitolando, i benpensanti che fanno di tutto per spingere la nazista legge Zan contro l’omotransfobia, sono gli stessi che proteggono (a parole, beninteso) i palestinesi? Mi sa proprio di si, a giudicare dalle bandiere che erano presenti sabato pomeriggio a Firenze.
Quindi da una parte sono a favore di una legge liberticida che vorrebbe fare dell’omosessualità una cosa praticamente obbligatoria, e chi è etero deve volare in carcere se solo pensa il contrario. Dall’altra però sostengono in ginocchio sui ceci una nazione e una religione che addirittura prevedono la pena di morte per chi è gay.
Ormai la sinistra italiana (e quella mondiale, a cominciare dalla statunitense) è talmente ipocrita da essere ridicola. Un giorno sostengono un argomento ed il giorno dopo il suo esatto contrario. Non sono in pace col proprio cervello. Non riescono ad essere d’accordo nemmeno con loro stessi.
Che amarezza.