Norilsk è una città siberiana dove vivono 170mila persone, ed è uno dei centri abitati più grandi del circolo polare artico. La fotografa russa Elena Chernyshova ha documentato la vita dei suoi abitanti, entrando in contatto con la loro quotidianità.
È nato così il progetto Days of night – Nights of day che mostra come vivono le persone in un luogo raggiungibile solo per via aerea o marittima, quando le condizioni climatiche lo permettono. A Norilsk c’è solo una strada e una linea ferroviaria che portano al porto di Dudinka, unico sbocco verso altre città, attraverso il fiume Enisej.
Ma l’isolamento è solo uno degli elementi che rendono difficile la vita degli abitanti di Norilsk. Le prime industrie minerarie e metallurgiche sono state costruite nel 1936 dai prigionieri dei gulag e oggi la città è uno dei centri più importanti per la produzione di nickel e palladio. Tuttavia le fabbriche rappresentano una grave minaccia ecologica e sanitaria: si stima che ogni anno vengano rilasciate due milioni di tonnellate di gas nell’atmosfera. L’aspettativa di vita è di dieci anni inferiore rispetto ad altre città russe e il rischio di ammalarsi di tumore è due volte maggiore.
La popolazione di Norilsk è provata anche dal clima rigido. Qui l’inverno dura 280 giorni all’anno, con temperature che oscillano tra i -10 gradi e i -55 gradi. Come se non bastasse, per due mesi la città sprofonda in una lunga notte polare, senza che si veda mai il sole, con pesanti ricadute sul fisico e la psiche. Chernyshova testimonia la lotta quotidiana per adattarsi e sopravvivere a Norilsk.
Le foto di Days of night – Nights of day sono esposte alla galleria milanese c|e Contemporary fino al 5 ottobre.