Nella scuola per dare forma al futuro
Corpi intermedi e buona politica
Ecco un breve estratto del mio intervento al IV Congresso della CISL scuola di Firenze – Prato, che si è svolto in questi giorni.
“In premessa occorre elogiare l’importante proposta di legge di iniziativa popolare sulla partecipazione dei lavoratori nelle imprese ideata e sostenuta dalla CISL in quanto confederazione generale. Spunto perfetto per sottolineare quanto il riferimento in Costituzione ai “corpi intermedi” possa essere utilizzato al meglio per sviluppare un’azione di “buona politica”, non contro, ma diversa e complementare a quella dei partiti.
Una costituente italiana per la scuola
Anche a livello di scuola la CISL è chiamata a seguire modelli come questo, ad esempio facendosi carico di promuovere la proposta di una COSTITUENTE NAZIONALE SULLA SCUOLA per evitare la riforma a puntate che ogni governo di turno, anzi ogni ministro, attua non valutando appieno la questione principale ovvero che la scuola è un investimento che non dà dividendi nell’immediato. Ci vuole dunque una grande visione prospettica, che, a mio parere, segue un momento di respiro, pausa operosa, che produca prima un progetto ben pensato ed a seguire un assetto di sistema non effimero, solido, sintetico, non legato ad una breve stagione, ma che morda il futuro.
Da chi dipende davvero la scuola?
La scuola italiana non può dipendere solo dal bilancino del Ministro dell’economia. Se la scuola, così crediamo noi, è la forma che prepara il futuro dei giovani, deve diventare priorità di bilancio e non mera variabile dipendente, quasi ultima ruota del carro. Questo si richiede alla politica ed ai governi.
Intervenire in modo così profondo nella scuola italiana richiede intelligenza e coraggio, partendo da un assunto ineliminabile: la scuola non deve preparare al meglio solo i futuri professionisti, ma in particolare persone a tutto tondo. Se la scuola si pone come funzionale, questa dimensione di strumento non può che essere volta ad un fine precipuo: la formazione di un’umanià integrale.
Attori principali
C’è poi molto da lavorare nell’ambito del personale della scuola. Certi meccanismi sono destinati a cambiare. Tutti i lavoratori della scuola lo sanno bene. Alcune resistenze conservative sono umanamente comprensibili, ma destinate a cedere.
La flessione in atto della curva demografica, destinata a crescere, accelererà a breve grandi cambiamenti, che, a mio parere, debbono riguardare, solo per fare qualche esempio, il superamento della mera misurazione oraria del lavoro del docente, a vantaggio di parametri di qualità poggiati su formazione professionale continua (con speciale riferimento ai nuovi linguaggi), flessibilità intelligente, maggiore libertà nei programmi, valutazione del lavoro sommerso. Allo stesso modo dovrà essere profondamente cambiato il sistema di reclutamento.
Docenti e famiglie chiamati ad un salto di qualità “riconosciuto”
Se gli insegnanti saranno chiamati a dare di più e farlo ancora meglio, dovrà corrispondere a questo non semplice salto professionale un chiaro e nuovo riconoscimento del ruolo del docente non solo a livello economico, ma anche civile e sociale.
Da rivedere, a mio parere, anche la presenza delle famiglie negli organi di partecipazione, sempre meno legata a schemi burocratici e sempre più ad un coinvolgimento di corresponsabilità educativa”.
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