Niente di nuovo sul fronte occidentale? 

Europarlamento

Niente di nuovo sul fronte occidentale?

Remarque diceva che sul fronte Occidentale di nuovo c’era solo un giovane uomo ucciso nel silenzio generale: era guerra guerreggiata.

Leggendo Von Clausewitz all’incontrario, si può dire che la politica è la continuazione della guerra con altri mezzi: anche qui niente di nuovo sul fronte Occidentale, per fortuna neanche la morte del giovane uomo.

Anche qui, guerra guerreggiata non con cannoni, missili e droni, ma con alleanze, progetti, accordi, disaccordi, scambi, promesse, premesse, dichiarazioni, disconoscimenti, conferme, smentite: l’arsenale della politica politicante.
Stando ad oggi no, niente di nuovo nell’Occidente U.E

I tre partiti che hanno governato l’U.E. negli ultimi decenni, pur ridimensionati nei numeri, hanno conservato sia la maggioranza sia la attitudine a farsi i fatti propri, a designare nel salotto di casa i posti di comando secondo il principio di appartenenza e non di merito.
L’elettorato si sposta verso il centro destra ma in numero insufficiente per smantellare le consolidate alleanze, per minacciare il guaio vero, la decennale commistione fra politica di sinistra – centro e la sua espressione operativa: gi euroburocrati orientati.

Di gran carriera ad evitare scherzi da fuori casa, gli sconfitti (Macron, Scholz, e attori minori della sinistra) si sono riuniti attorno al caminetto di quella che ai tempi di Carlo V si chiamava la “Camarilla” e hanno decretato, legittimamente beninteso, i protagonisti: tutta roba loro, animali domestici

Fa scappare un po’ da ridere chi scopre che Meloni è isolata e che il suo isolamento comporta quello dell’Italia.

Perché l’Italia quanto contava finora, lo statista Conte e perfino Draghi si sono mai seduti attorno al caminetto?

E gli statisti del PD hanno mai varcato la soglia della Camarilla?

C’è riuscito decenni fa Romano Prodi e forse era meglio che stesse a casa.
L’Italia di sinistra e perfino quella draghiana era protagonista delle vicende europee o operava da ancella nella cucina di casa a lavare i piatti dentro i quali mangiavano quelli che contavano?
Eravamo fuori dalla porta col cappello in mano ad aspettare qualche spicciolo da portare a casa, altro che protagonisti.
E nel cappello ci hanno messo ben più che spiccioli: oltre duecento miliardi promessi a Conte e dati a Draghi. Ma il governo giallo rosso di Conte & Co. se li era già spesi fra Reddito di Cittadinanza e Bonus casa. Meno male che Draghi ha attutito il colpo, se era per gli statisti giallo rossi finivamo dritti in bancarotta.
La dottrina keynesiana è difficile da maneggiare, data in mano ai Conte, alle Azzolina, agli Speranza, ai Boccia, alle De Micheli e alle Ascani, ai Bonafede e ai Di Maio diventa un’arma mortale per ogni Paese civile. E così fu.
Contro le attese dei padroni del vapore U.E. è arrivata la ragazza Giorgia che ha vinto due anni fa e ha rivinto ora, insieme a pochi altri, tutti di destra centro.
Perché questo governo è meglio delle attese.
L’alchimia europea è in corso. Chi si è occupato di politica sa che le sue camere sono ambigue ed oscure, i muscoli e le minacce sono esibiti molto più in privato che in pubblico, il linguaggio perde il velluto, promesse, rapporti di forza, impegni, reciprocità, ti do se mi dai.

Tutto diventa più chiaro

La Ursula teme i franchi tiratori, Macron teme Marine Le Pen, Scholz teme altre emorragie di voti, i minori si adeguano: ne riparliamo fra 15 giorni.

I temerari che oggi danno per morta la bionda e con lei l‘Italia, potrebbero registrare notizie buone per noi, cattive per loro; senza aggiungere che, se avessero ragione, non ci sarebbe niente di nuovo sul fronte Occidentale, perché la disfatta non si chiama Meloni, ma ha tanti nomi e data di oltre 40 anni.

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