Luigi Dei, Rettore dell’Università di Firenze, è stato giorni fa intervistato da Repubblica in tema del patto antirazzista lanciato dal sindaco di Firenze Dario Nardella, e l’istituzione del bollino anti razzista da apporre alle vetrine di negozi ed esercizi commerciali di Firenze.
Si è detto pronto a raccogliere con entusiasmo questa inutile iniziativa, per il bene dei giovani e la lotta alla discriminazione che deve essere operata in primis nell’università.
Ha affermato che non possiamo sottrarci al compito di educatori lotta al razzismo è una partita che si gioca soprattutto con i giovani, evitando il riemergere di rigurgiti fascisti e razzisti con conferenze sul tema.
Invero l’intervista ha momenti di positività, laddove il Professore invita la sinistra a smettere di essere autoreferenziale e si metta in gioco, accostando i lager nazisti ai gulag sovietici ed auspicando percorsi di memoria incisivi che evitino la retorica, ma il tenore è per sempre quello paternalistico e un po’ arrogante della solita “parte buona” che vede fascismo e razzismo laddove di fatto non ci sono.
E a tale emergenza inesistente propone come soluzione la solita minestra di appiattimento sul pensiero unico in salsa di antirazzismo ed imbavagliamento di chi si prova solo a pensare altrimenti rispetto a porti aperti e Ius Soli.
Ma il momento più sconcertante viene toccato nella intervista laddove la giornalista parla di allarme ignoranza dei giovani che non conoscono la storia contemporanea e non sanno la differenza tra partigiani e Decima Mas.
Non la conoscono esattamente come lei, potremmo dire.
A questa emerita stupidaggine storica, con un accostamento degno del più illetterato frequentatore di centri sociali, il Rettore non batte ciglio e risponde che purtroppo abbiamo dato per scontato che il problema razzismo fosse superato, bla bla bla.
Cosa c’entra la Decima Mas con il razzismo? È davvero da contrapporre alla Resistenza?
No. La La Xª Flottiglia MAS, fu un’unità speciale della Regia Marina italiana, prima flottiglia MAS istituita, il cui nome è legato a numerose imprese belliche di assalto e incursione. Nata nel 1939 come Iª Flottiglia M.A.S., era una delle tre flottiglie MAS della Regia Marina allo scoppio della seconda guerra mondiale. L’unità mutò ufficialmente la propria denominazione in “10ª Flottiglia M.A.S.” il 14 marzo 1941
Deve il suo nome ai mezzi speciali che utilizzava la Regia Marina fin dalla prima guerra mondiale, denominati MAS, acronimo di motobarca Armata SVAN.
I suoi effettivi si conquistarono sul campo, spesso del Mediterraneo 31 medaglie d’oro al valor militare 104 d’argento e 32 di bronzo, ultime quelle ventisette concesse ai caduti di Neresine, trucidati dai partigiani comunisti Titini.
Con la nascita della Repubblica di Salò un suo troncone, insieme al suo comandante Valerio Borghese, passò nelle fila dei repubblichini, esattamente come successe con altri reparti delle altre forze Armate, del Regio Esercito e della Regia Aeronautica.
Criminalizzare un reparto regolare della Regia Marina, perchè alcuni dei suoi componenti passarono alla Repubblica di Salò, sarebbe come bollare l’intero Corpo degli Alpini quale “fascista” perché esistette la Divisione Monterosa degli Alpini nella Repubblica di Salò.
Non è indottrinando i ragazzi con la scusa di essere Educatori che si vincerà la sfida della discriminazione e della democrazia, indulgendo alle insulse posizioni di Arci ed Anpi, ma analizzando la storia per ciò che è, con freddo e scientifico distacco, senza pregiudizi politici o distorsioni strumentali, Caro Rettore.
E rendendo nuovamente l’università quel luogo di formazione e fucina della nuova classe dirigente del domani, scevra da ingerenze di collettivi autonomi, e non un’occasione di propaganda di sinistra condita da svarioni storici strumentali ad una parte politica ormai perdente in tutta Europa.