Berlusconi ci vuole essere. Ma non meramente a sedere a tavola, cosa che in fondo sarebbe illogico, iniquo ed impensabile negargli. Lui vuole sedere a capotavola. Anche perché sicuramente uno come Berlusconi non è tipo da fare il gregario di nessuno.
Nonostante in fondo la storia lo dovrà riconoscere come un politico di peso, nonostante i suoi molti delatori, sicuramente attualmente è un ostacolo per due progettii.
In parte per il progetto di un grande centro, poiché Berlusconi è in possesso della stragrande maggioranza dei consensi che fanno riferimento a quel centro. Calenda si è arenato. Renzi è un ottimo giocatore di poker, però adesso tutti conoscono le sue carte, e stavolta sono veramente pessime. Toti, Brugnaro, Mastella e company non arrivano al 2%.
Ma l’ex presidente del consiglio non vuole un grande centro
Berlusconi può solo in parte determinare l’impossibilità di un grande centro di svilupparsi. Poiché è lo stesso leaderismo che anima troppi piccoli partner ad impedire la fusione in qualcosa di più serio. Ma sicuramente ci mette del suo, presidiando quell’area, essendo il punto di riferimento più solido. Far crescere un grande soggetto centrista che non faccia capo lui e salvi l’elezione ad altri piccoli leader non gli porta alcun vantaggio.
La sua forza di attrazione al centro gli consente altresì di giocare un ruolo fondamentale nel centrodestra. Gli altri leader sono molto bravi a prendere consensi a destra. Lui dimostra che per andare oltre bisogna per forza passare per la sua strada.
Forza Italia
Ma in realtà il progetto di grandezza che paradossalmente più ostacola è quello del soggetto che più dipende, ha bisogno e si alimenta solo con Berlusconi: Forza Italia. La storia di Forza Italia in questo paese è la storia di Silvio Berlusconi.
Chiunque voglia vedere in Forza Italia un grande partito liberale, un grande centro, un riassemblamento legato a profondi istinti di conservazione del popolo italiano, di disagi della medio-alta borghesia di solidarietà tra conservatori privi di una casa alternativa, sinceramente non sbaglia.
In Forza Italia c’è tutto ed il contrario di tutto, ma tutto si riassume sempre in Berlusconi. Non è pensabile che Forza Italia possa avere un futuro alternativo a quello dell’ex cavaliere. Semplicemente perché tutto ciò che la tiene in piedi è l’ex cavaliere.
Non c’è un’altra leadership che possa andare per la sua strada, che possa slegarsi dal consenso al suo leader attuale, senza diventare irrisorio. Starebbe a lui gettare le basi della successione.
Ma ha deciso di rinascere a 86 anni e tornare centrale. Successori non ne vuole
Berlusconi dice no a un grande centro, semplicemente perché il centro lo ha in gran parte già in mano.
L’azzeramento alle prossime elezioni, degli altri partiti centristi, non farebbe altro che aumentare la sua autorevolezza. Poiché diverrebbe interlocutore sempre più necessario, anche per il Partito Democratico.
E non abbandona il centro-destra.
Centrodestra che a suo avviso, e non del tutto a torto, è una sua creatura. Chiaramente si crea un grosso problema politico, nel pensare che un domani uno dei soggetti fondatori, quello con più prospettiva di attrazione dei moderati, non abbia un ricambio stabile ed autorevole. Ma sicuramente dal punto di vista dell’uomo questo è un vantaggio, perché lo rende indispensabile.
Leggi anche: 10 febbraio 1986: 36 anni dall’omicidio di Lando Conti ad opera delle Brigate Rosse
www.facebook.com/adhocnewsitalia
SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT