Non difendo gli assassini di Daria. Mi rifiuto di vedere e in questo barbaro gesto criminale, perpetrato da terroristi, un qualsiasi onore. Daria Dugina era una giornalista di appena 30 anni, inerme, e che manifestava solo delle idee. Sicuramente nazionalista russa. Ma se iniziassimo ad ammazzare la gente per proprie idee, combatteremmo contro quegli ideali di libertà e democrazia che abbiamo sempre difeso in occidente.
La vicenda
Opinionista russa, figlia dello scrittore Alexander Dugin, da molti ritenuto l’ideologo di Vladimir Putin. Daria è morta nell’esplosione dell’auto che guidava, sulla quale sembra avrebbe dovuto viaggiare anche il padre. A causa di un ordigno.
Il tutto sotto gli occhi di quello stesso padre, che appare disperato nelle immagini davanti alle fiamme che avvolgono l’auto ed i resti mortali della figlia.
I giudici della Federazione Russa hanno avviato un’indagine sulla vicenda sostenendo di ritenere, tramite i riscontri effettuati, che si tratti di un omicidio perpetrato con particolare crudeltà ed in modo pericoloso.
Denis Pushilin, Presidente della Repubblica separatista di Donetsk ha espresso il suo cordoglio, accusando apertamente come mandante il governo di Kiev. Che nega qualunque coinvolgimento.
L’ex sindaco di Roma Gianni Alemanno, ha attaccato la coltre di silenzio di grossa parte dell’informazione.”Quello che colpisce di più dell’attentato che ha portato alla morte di Daria Dugina, non è solo l’uccisione di una giovane donna colpevole solo di manifestare le proprie idee, è il silenzio dei media,degli intellettuali e della politica occidentali”; ha scritto sulla sua pagina ufficiale. Diego Fusaro ha sottolineato il ruolo di filosofo scomodo del padre. Segnalando le esagerazioni di vederlo come l’ispiratore di Putin.
Gesto inaccettabile
Chiunque sia l’esecutore del gesto, si tratta di un crimine inaccettabile. Non possiamo in Occidente rimanere insensibili davanti all’uccisione di una giovane donna, che non si era macchiata di alcun crimine.
Come non possiamo rimanere insensibili davanti alle strazianti immagini di bambini uccisi dalle bombe, non possiamo accettare l’omicidio dei civili. E che si sia con il popolo ucraino o meno, questo non autorizza a nessuno a mettere in secondo piano l’assassinio di un civile russo inerme.
Ci vorrà del tempo per avere elementi certi, e trarne dunque giudizi obiettivi. Ma sicuramente davanti alla scena di un padre che è costretto ad assistere al rogo della figlia, ogni persona civile di ogni dove e di qualunque idea, anche l’uomo che disprezza di più Dugin, ha il sacrosanto dovere di condannare questo episodio. Di bollare come assassini gli esecutori. E criminali gli eventuali mandanti.
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