Giorgia Meloni si è recata in questi giorni presso la Sinagoga di Roma per testimoniare la vicinanza del Governo alla comunità ebraica per gli attacchi di Hamas che hanno fatto oltre 900 vittime molti dei quali civili fra cui tanti bambini.
L’odio verso gli ebrei
Le immagini che girano sul web sono raccapriccianti e non possono non far inorridire chiunque abbia ancora un briciolo di umanità (e non è scontato).
Ma la premier ha colto in pieno il punto, allorchè ha dichiarato che ““Il senso di questa visita è chiaramente portare la solidarietà alla comunità ebraica romana e italiana perché nelle scene terribili che arrivano da Israele c’è qualcosa di più di quello che si vede in un normale ma già tragico scenario di guerra Nella caccia casa per casa ai civili, nel rastrellamento di bambini, giovani c’è l‘odio verso l’intero popolo”.
E ha ragione. Purtroppo ha ragione. In quelle immagini, nelle modalità di attacco e nel tipo di violenza terroristica esercitata da Hamas non vi è alcuna rivendicazione politica, nessun interesse per la presunta causa palestinese (sic!), nessuna asserita “resistenza”.
C’è solo violenza e volontà di annientare un popolo, quello ebraico.
Volontà di compiere un genocidio che già in passato ha messo in atto questo tristo proposito facendo 6 milioni di vittime.
Un passato che ritorna: la costante antisemita
Le premesse sono le medesime (si ricorderà sicuramente che il Gran Muftì di Gerusalemme, ai tempi, era alleato di ferro di Hitler), manca l’organizzazione statuale che rende fortunatamente assai diversa la Palestina odierna dal Terzo Reich.
Ma le premesse ideologiche, ripeto, sono le medesime. Un background ideologico fatto di mistificazione della realtà, inversione della verità, che si nutre di finta cultura e annovera tra le sue fila, anche politici, intellettuali, persino professori universitari.
No, non è solo terrorismo. E’ qualcosa di più. No, non è solo guerra. E’ qualcosa di più. E’ qualcosa che ci sta vicino, qualcosa che alberga nel cuore del vicino di casa, del compagno universitario, del collega di lavoro. E’ l’antisemitismo vigliacco che si nutre di ignoranza e falsità.
Inaccettabili dichiarazioni
E ce le ha ricordate sfacciatamente l’imam di Pisa che ha descritto Hamas come forza di resistenza rispetto a una (presunta) occupazione militare ad opera di Israele. E da qui via delirando! Israele dipinto come uno stato criminale e Hamas come legittima forza partigiana.
Una mistificazione che fa a cazzotti con la verità e con la storia, ma tant’è. Fa scandalo, ed è giusto che lo faccia, ma, appunto, non è una opinione isolata ahimè.
Un sentimento diffuso e pericoloso
Quella dell’imam Mohammad Khalil è’ un’opinione fortemente sponsorizzata da tutti quei manifestanti “free-Palestine” che hanno infestato le strade di Milano, degli studenti dei collettivi che manifestano per le ragioni sbagliate, dei centri sociali che gridano “morte a Israele”, di alcune frange estremiste della CGIL e si potrebbe continuare
Il tratto caratterizzante è l’inversione della verità e dei ruoli. E’ la violenza levatrice della storia di marxiana memoria, la lotta di classe elevata su scala maggiore che autorizza o addirittura auspica rivoluzioni pauperistiche su scala globale.
Potremmo dire anche che si tratta di ricostruzioni patetiche, ma sarebbe sbagliato. Sottovaluterebbe un problema che è reale e concreto.
Non sottovalutiamo i segnali…
Si tratta di falsi storici che affondano le loro criminali radici in un antisemitismo sempre strisciante che in questi casi, trova occasione di emergere in tutta la sua vomitevole potenza. Un antisemitismo, dunque che si veste da antisionismo (come se vi potessero essere delle differenze) e torna all’antico: la caccia all’ebreo.
Questo si è visto nelle immagini provenienti da Israele. La caccia nazista all’ebreo, anticamera di una strage razzista e nazista.
E’ fondamentale ricordare questo…
…..per non cadere nell’inganno dei “finti colti” che da qualunque cattedra e senza alcuna legittimazione, si lanciano in complesse (e faziose) analisi delle radici storiche del conflitto arabo-israeliano. Una trappola mortale di cui l’Imam Khalil e i suoi difensori sono espressione più manifesta, ma i cui segni sono evidenti in tanti presunti moderati.
il virus dell’antisemitismo
Non solo personaggi politici o religiosi, ma anche semplici cittadini attanagliati dal virus della falsità e dell’antisionismo che ne mostrano tracce evidenti sui social, nei commenti, al bar.
Una deriva pericolosa che lasciando solo Israele, lascia solo l’occidente, sempre colpevole di qualcosa agli occhi di costoro. Una deriva irresponsabile, che additando l’ebreo come responsabile della propria sorte, si presta al gioco dei violenti di cui di fatto giustifica gli atti.
Negli anni 30 del secolo scorso, già commettemmo quell’errore tragico. Oggi, vigilare è doveroso, così come è doveroso opporsi in ogni modo a questa deriva anti-israeliana.
Per questo, ha ragione la premier Meloni, quando parla di necessità di innalzare la protezione nei confronti degli ebrei per evitare rischi di atti di emulazione.
Proteggere Israele significa (anche) scendere in piazza
E la protezione di Israele passa anche attraverso – e finalmente questa è una nota positiva – le tante manifestazioni che si stanno svolgendo e si svolgeranno in questi giorni a favore e in sostegno dello Stato Ebraico. Cittadini che scendono in piazza per testimoniare la vicinanza a uno stato democratico che è vittima e non carnefice.
Stiamo dalla parte giusta della storia
Associazioni, partiti, istituzioni, semplici cittadini hanno un potere enorme: il potere di testimoniare la verità, il potere di farsi eredi di chi per troppo tempo nel secolo scorso non fu ascoltato e pagò in prima persona, nei lager nazisti, il prezzo di quella sottovalutazione.
Ecco perché è fondamentale partecipare, esporsi, rinnegare la paura che è vero motore del terrorismo.
Bisogna gridare al mondo che non abbiamo paura. Bisogna gridare al mondo che stavolta non sbaglieremo. Bisogna gridare al mondo quale è il “lato giusto della Storia”
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