La Sea Watch è un fatto chiaro, ormai semplice e lineare. Non è più una questione umanitaria: è una questione di ribadire che noi siamo uno stato sovrano con dei confini che abbiamo il diritto di chiudere ed aprire a nostro piacimento. Che noi abbiamo dei doveri di accoglienza che a seconda delle nostre possibilità, e tutelando l’integrità e la sovranità del paese, è accettabile. Che noi dobbiamo fare entrare chiunque lo chieda è inammissibile.
Il discorso è solo questo: se noi questo diritto lo abbiamo, allora siamo ancora uno stato sovrano a tutti gli effetti; o altresì non deteniamo più questo diritto. Ed allora per definizione non siamo più uno stato sovrano; oppure non possiamo in alcun modo disporre dei nostri confini, quindi siamo un territorio libero ed aperto.
Dunque quello che oggi sta facendo Matteo Salvini soltanto ribadire il nostro “non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo!” Esattamente quello che fece Pio VII la notte del 5 luglio 1809, quando le truppe francesi per ordine di Napoleone occuparono il Vaticano. In quel momento era una questione pratica se quello stato aveva il diritto di sopravvivere allora aveva il dovere di ritenere illegale quell’invasione. Se oggi noi riteniamo che la nostra cultura italiana, il nostro stato e la nostra gente abbiano ancora diritto ad un futuro, dobbiamo ispirarci a quel Pontefice ed apprezzare l’analogia storica tra lui e Matteo Salvini.
Certo un tempo la chiesa era il più saldo baluardo dell’Occidente, la base morale su cui si animava il respingimento di ogni invasione. Basti solo pensare a San Marco D’Aviano che dalle mura di Vienna scagliava pietre contro gli invasori ottomani incitando la popolazione alla resistenza.O nella battaglia di Lepanto la gloriosa volontà di Papa Pio V che portò alla Lega Santa.
Non possiamo abdicare la nostra sovranità se rivendichiamo ancora il nostro diritto di esistere.
Non dobbiamo come italiani permettere di violare i nostri confini e le nostre leggi qualunque sia la nostra idea politica, e si macchiano di un grave crimine contro il diritto all’esistenza del nostro popolo tutti quegli amministratori che non tengono compatto il fronte del paese in un momento così importante.
Non dobbiamo permettere che sia un organismo transnazionale che si chiami Unione europea, porti il nome di una qualunque Ong, o qualunque altra sigla a togliere il diritto al nostro paese ed al nostro popolo di disporre liberamente del proprio futuro.
Oggi essere sovrani vuol dire preservare il nostro diritto di esistere.
Oggi non è un Papa ma un Ministro degli Interni a dire queste cose. Il nostro dovere come italiani è difendere quei confini per i quali molti dei nostri nonni hanno dato la vita. Una nazione che non difende la sovranità dei propri confini è una nazione che de facto non esiste.
Ogni italiano ha a cuore il principio per cui lotta questo ministro, cosiccome ogni occidentale ha a cuore gli Ussari Alati che sotto il comando di Jan Sobieski respinsero l’invasione ottomana. Ambedue determinano o meno, in base al successo delle loro intenzioni, l’esistenza o la fine della civiltà occidentale.
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