Non sempre il silenzio è d’oro
«Una recinzione non per chiudere, ma come tutela passiva di un bene pubblico».
Non l’avesse mai detto, Luca Telese!
Il giornalista viene aggredito all’istante da Andrea “Tarzan” Alzetta, il Ras delle occupazioni romane
«Fascista, via ringhiere e cancelli da tutta Roma!».Ma la sinistra, sempre pronta a difendere la libertà di stampa, questa volta sceglie il silenzio. Cane non mangia cane, si suol dire. Fra giornalisti, i colleghi, chi devono difendere?
Senza dimenticare di chiedere , a nostro avviso senza ragione alcuna, scusa all’Anpi – per forza di cose partigiani
Ecco il fatto. Luca Telese è stato aggredito da Andrea “Tarzan” Alzetta, il Ras delle occupazioni romane che, nella propria foto profilo, si mostra in compagnia al nuovo assessore alla Cultura di Roma, Massimiliano Smeriglio di “Alleanza Verdi e sinistr”.
E questo non conta poco, dato che nessun sinistrorso ha espresso solidarietà al giornalista aggredito. Si sono guardati bene dal tirar fuori dal cilindro l’articolo 21 della Costituzione sulla libertà di stampa di sbraitatare sul pericolo squadrista.
Ma Lorenza Bonaccorsi, presidente del municipio I di Roma, ha detto qualcosina, perché sollecitata a esprimere un atto forte di condanna , della serie moscetta e senza grande eccezionalità, “ho lasciato l’assemblea dicendolo ai presenti
Partecipo se non c’è la violenza” grande banalissima boutade più che scontata. Da Roberto Gualtieri, un assordante silemzio. E così da tutti coloro che avrebbero dovuto prendere una netta posizione.
Allora ci rifugiamo nei ricordi. Ci si gira indietro e si fa una ricerca approfondita nella memoria.
Siamo in estate, quella del 2021 e le elezioni si avvicinano
Naturalmente sono previste le primarie. I voti si cercano alla disperata, un po’ ovunque, perfino tra i condomini dello Spin Time Labs, il palazzo occupato in via di Santa Croce in Gerusalemme a Roma. Il futuro Sindaco va in brodo di giuggiole, nonostante lo stesso PD si renda conto di tuffarsi nell’illegalità, e non manca di esprime i propri dubbi .
Ma la voglia di mostrarsi vicino agli ultimi, seppure illegali e talvolta delinquenti , l’ha vinta. Dunque ci sarà un bell’incontro con il capofila portabandiera , bandiera offesa e offensiva, Alzetta.
Ma, guarda te, proprio lo stesso individuo che, qualche anno dopo, ora sappiamo nel 2025, , avrebbe aggredito il buon Roberto. Con un silenzio rimbombante della sinistra, generalmente in prima fila nell’ululare lanciando avvertimenti agitatissimi, spesso infondati, senza dimenticare di blandire e spa rgere moine ai compagni rabbiosi aggressivi e violenti
Del resto , il senatore Marco Scurria ha detto: “L’episodio conferma l’esistenza di un atavico problema di intolleranza al confronto e violenza negli ambienti dell’estrema sinistra impegnata ad occupare palazzi”. E ancora: “Certi personaggi, contro ogni ragionevolezza, contro la legalità e contro il desiderio di sicurezza e opportunità sociali dei cittadini, sono, in nome di un’ideologia estremista di sinistra, propensi al degrado e all’espropriazione di spazi di socialità. Esprimo solidarietà a Luca Telese, come hanno fatto finora soltanto esponenti di Fratelli d’Italia”.
Similmente il senatore Andrea De Priamo: “L’amministrazione Gualtieri, assecondando l’illegalità degli occupanti, si pone a distanza siderale dai problemi delle persone comuni”.
Che pagano i silenzi , e talvolta la violenza, di una certa sinistra
Sui social si parla di un pugno e di un zigomo livido. I diretti interessati minimizzano: «Ha cercato di darmelo il pugno, ma non ci è riuscito», esordisce Telese riferendosi ad Andrea «Tarzan» Alzetta, ex consigliere comunale e ariete delle occupazioni romane che si presenta , udite udite, con una foto assieme al nuovo assessore al Cultura di Roma Massimiliano Smeriglio. Su FB.
La prima versione sbattuta sui social su quanto accaduto era stata «Luca Telese al tappeto”.
Insieme ad altre versioni della serie “una sedia ribaltata, con capitombolo”
Chissà dove sta la verità
Tutto si è svolto a Roma, in un angolo del quartiere multietnico Esquilino , vicino a Termini, famosa negativamente a causa di degrado, violenza, insicurezza di cui soffre, come tante stazioni delle più importanti città italiane.
Durante un’assemblea pubblica organizzata.dal l’associazione Polo civico Esquilino, vicina al l’edificio occupato di Spin Time Labs, Action e Alzetta, il cui tema era appunto la riqualificazione dell’area, è scoppiato un pandemonio
A causa dell’ipotesi di una cancellata per proteggere gli interventi che dovrebbero veder la luce sulla piazza. Una volta descritto il progetto dalla presidente del I Municipio , che prevede giochi per bambini e campetti da calcio si è posto il problema della protezione, appunto. Ma non si è trovato l’accordo sui metodi di protezione. Da qui nasce lo scontro.
Ma che c’entra Telese?
Semplicemente vive in piazza Pepe ed era sceso per partecipare al dibattito e informare anche sui problemi ultimamente anche aggravati: «Gli spacciatori spaccano bottiglie per rendere i giardini impraticabili, picchiano gli homeless e hanno ingaggiato una battaglia contro i cingalesi che sono lavoratori…» «Una recinzione non per chiudere, ma come tutela passiva di un bene pubblico». Ha rilanciato Telese, da cittadino e da giornalista conoscedo la situazione in due ruoli diversi , dunque più riccca ed esaustiva.
«Scusate, ma la cancellata a piazza Vittorio Emanuele vi sembra un brutto esperimento?»
La luce della riqualificazione, del verde e della socialità contro le tenebre dello spaccio e del degrado, intendeva Telese, ma la sua è stata interpretata come una provocazione.
«Fascista, via ringhiere e cancelli da tutta Roma!», hanno replicato Alzetta e altri.
Al concetto di «chiusura», che a Roma aveva sollevato già polemiche, per esempio nel caso di viale Pretoriano dove le barriere erano state pensate per evitare gli accampamenti, gli animi si sono surriscaldati
Dopo che a Telese hanno dato del fascista, lui e Alzetta si sono ritrovati vicini.
E il resto si sa. Qualche ferito non grave fra cittadini e altro ancora che, francamente, non ritrngo di reiterare.
La presenza della Digos, prontamente intervenuta, non ha avuto seguito, dato che il giornalista ha deciso di non sporgere denuncia.
E’ finita dunque con una stretta di mano, mentre la presidente Bonaccorsi, vista la scena, se l’è data a gambe, pronunciando la frase che la renderà famosa nei secoli:
«Se ci si mena, per me il confronto è finito»
Ma i problemi attendono risposte. Telese, continua a inviare nuove foto degli spacciatori che svolgono ancora impunemente il loro remunerativo lavoro.
Ed ecco la destra che si muove con dichiarazioni solidali: «A Telese è stato dato del “fascista” prima dell’aggressione, perché chi osa sottolineare che l’emergenza sicurezza e decoro sono una priorità nella zona viene tacciato di fascismo – dice Fabio Rampelli, deputato di Fratelli d’Italia e vicepresidente della Camera -.
A lui va tutta la nostra solidarietà e chiediamo al sindaco Gualtieri e alla presidente del Municipio Bonaccorsi di prendere le distanze da questi estremisti violenti che vivono nell’illegalità”.
Arriva solidarietà anche da Federico Mollicone e il consigliere municipale Stefano Tozzi: «Solidarietà per la violenza aggressione . Stiamo lavorando per riqualificare l’area vicino la stazione di Termini, porta d’accesso per milioni di pellegrini che giungeranno da tutto il mondo ma ostaggio dei senza fissa dimora, del degrado e della criminalità, attraverso cancellate e un piano di gestione e controllo rafforzato: da tempo auspichiamo un modello di vera solidarietà, che sia una soluzione di aiuto concreta per le persone in difficoltà ma che allo stesso tempo tuteli la sicurezza di tutti i residenti e commercianti»
E la sinistra? Certamente si trova in condizioni precarie quanto a prendere una posizione netta. Come spesso accade negli ultimi tempi.
Dunque sceglie l’assordante silenzio. Di bronzo.
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