Non si vota a breve presto

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Non si vota a breve. Se ne facciano una ragione coloro che sono ottimisti di natura. Questa non è una fiaba a lieto fine. Dove tutti, salvo i cattivi, finiscono per vivere felici e contenti. Questa è la politica in Italia.

Cosa vuole la gente

Alla gente piace sempre meno andare a votare. Ma al popolo potrebbe improvvisamente interessare scegliersi il governo. O almeno disegnare un parlamento più preoccupato dell’interesse nazionale, che di non dispiacere alla signora Ursula. La quale in realtà è poco più di uno specchietto per le allodole. Ma l’Europa a trazione franco tedesca che le sta dietro fa paura. E viene osannata e compiaciuta da tutte quelle scimmiette di politici italiani giubilanti di portare la Legion d’Onore.

Ma della gente non importa alla casta. La gente è un fastidio necessario peri politici italiani. In vero i politici sono pagati dalle persone, ma si disinteressano delle persone. Loro difendono la loro rendita. La maggior parte dei parlamentari oggi vuole solo colmare la borsa con il lauto stipendio. Della volontà popolare non tiene conto nessuno.

Chi può far cadere il governo?

Il governo ci sono pochi parlamentari che hanno interesse a mandarlo a casa. Dopo la diaspora pentastellata, Di Maio deve trovare il tempo di garantire almeno una rielezione a se stesso. Le tragiche previsioni che gli istituti di sondaggi danno in termini di percentuale al suo movimento non lo incentivano certo a tentare un colpo di testa. Se ne resta bello cheto attaccato alle sottane di Draghi.

Giuseppe Conte non ha il carattere per tentare un colpo di mano. Non è il tipo. La necessità di fronteggiare Di Maio ha portato l’area movimentista pentastellata a sostenerlo. Ma, andato via il titolare della Farnesina, Conte palesa tutta la propria inadeguatezza come capopopolo. E’ un rispettabile professore universitario che si era guadagnato l’appellativo di avvocato del popolo, con l’autorevolezza del ruolo di Capo del Governo.

Oggi il leader naturale è Di Battista in quell’area. Ma se anche il professore avrebbe un certo vantaggio ad andare al voto, prima di rischiare eventuali messe da parte, i parlamentari non lo seguirebbero.

 

Il problema è che perderebbe certamente il PD

Il Partito Democratico,  è la prima speranza di chi vuole andare incontro all’Italia debole ed inoffensiva. Un Italia sminuita nel proprio interesse nazionale, pedissequa a qualsiasi diktat comunitario. Un paese disposto a sacrificare la propria gente ed il proprio interesse nazionale.

Non c’è verso con l’attuale sistema che vinca le elezioni. Tutto attorno al PD sta crollando. Il campo largo è totalmente inconsistente. Praticamente il Centrodestra vincerebbe a mani basse, se non altro perché dall’altra parte non c’è possibilità di essere adeguatamente competitivi.

Risultato

Niente elezioni politiche. Dal Colle non sarà assolutamente permesso. Anzi probabilmente non si andrà a votare prima di maggio. Il Covid di inverno si rifà vivo, ed anche se gli altri paesi votano comunque, l’Italia fa eccezione.

Magari tirandola per le lunghe il proporzionale viene varato. Legge che non permetterebbe al PD comunque di governare. Ma che impedirebbe al popolo italiano di scegliersi il governo ed ai democratici di condizionare un Draghi bis.

Tanto le scuse non mancano. Non si può votare per la situazione internazionale, per il Pnrr, per la stabilità del paese, per non disincentivare gli investitori. Tutti ottimi motivi. Ma non i veri motivi. In Italia non si vota semplicemente perché non si vuol permettere agli italiani di decidere chi debba governarli.

 

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