Non sopporto proprio le piazze ipocrite dei giornalisti radical chic
C’è un ipocrisia di fondo nella piazza di Roma. Quella che sventola le bandiere della Pace sul riarmo. Quella dei Green che poi sono disposti a sedersi a tavola con Calenda. Che dovrebbe essere il punto di riferimento anche di tutti quegli imprenditori che sono stufi di quelle politiche.
Calenda un primo della classe eternamente indeciso. Un uomo di talento che non ha il talento per quagliare nulla. I maliziosi potrebbero dire tanto rumor per nulla.
Elly Schlein la movimentista che guida il partito di palazzo. La ragazza ricca alla quale piace l’immagine di ambasciatrice degli ultimi. Di quei poveri che proprio non conosce però.
Poi Fratoianni che alla banda non può mancare. Perché ovviamente sventolano le bandiere della pace. Quelle dietro alle quali lui ricerca consenso.
Non discutiamo l’Europa. L’Europa, la pace. Bisogna fare l’Europa. Però in questo momento commissione Europea e pace sono un ossimoro.
Ma di questo non interessa a nessuno
Una cornice di attori e cantanti sempre valletti ridicoli di questa egemonia culturale, che è la fonte del loro reddito e del loro benessere.
E fino qui l’ipocrita visione del campo largo e di chi vuole farne la voce culturale.Ovvio non gratuitamente.
Intendiamoci a me non dà fastidio il confronto con idee differenti dalle mie. A me dà fastidio il coacevo di contraddizioni, che viene gestito con disinvoltura semplicemente in funzione di un posto. L’ipocrisia alla base della falsa superiorità morale tanto sbandierata
Il problema politico vero, che pone anche delle questioni di decenza, è che nella realtà dei fatti questi partiti hanno sempre avuto posizioni ben diverse su questa Europa che dovrebbero valutare come sacra.
Sono contrari al riarmo, che così prospettato è ancora ben poco comunitario, però è alla base dell’idea di questa Europa della quale sventolano la bandiera, come la panacea di ogni problema?
Alla base di quella piazza c’è la solita ipocrisia del Partito Democratico del voler tenere la piazza ma essere comunque amici dell’apparato?
Un’ipocrisia che poi si estende a tutta quella sinistra antisistema che però è legata a doppio filo al sistema ma che non può ammetterlo per paura di flettere il suo consenso ?
Non sopporto proprio le piazze ipocrite dei giornalisti radical chic. Puzzano di falsità. E non che l’ipocrisia non faccia parte della politica. Ma la cultura dovrebbe avere il buon gusto del limite.
Che i politici di mestiere facciano tante manfrine lo posso capire. Che non ci sia dignità da parte del mondo della cultura svilisce molto di più.
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