Sul Corriere della sera Massimo Gramellini ha scritto una pagina intera per dirci che dobbiamo liberarci dall’egemonia della nostalgia. Lo dice lui che ha fondato i suoi scritti migliori sulla nostalgia…
Ma alla nostalgia non si addice il paragone col passato e ancor meno il confronto tra le cose di ieri e le cose di oggi, come fa lui: sarebbe improprio e improponibile il salto indietro. Nel rapporto tra gli uomini e le cose il presente vince alla grande sul passato. Non si può aver nostalgia del telefono a gettoni.
La nostalgia non può neanche motivare la politica, perché alla politica si addice il presente che si volge al futuro, non il sentimento doloroso del passato che può mutare in risentimento; per la politica vale la tradizione – che è il senso della continuità, dell’origine, della provenienza e attiene a ciò che è vivo – non il luttuoso rimpianto di quel che non c’è più. Anche perché la nostra memoria è selettiva e del passato ricorda sempre le creste, i punti alti, non i punti bassi o le mediocrità. Ed è inevitabilmente legata al rimpianto di un’epoca in cui eravamo più giovani. Qui la nostalgia ha un inevitabile risvolto biologico e biografico.
Ma la nostalgia è un sentimento magnifico per l’animo umano, un senso di delicatezza, di struggente ricordo, che vale nella sfera affettiva, nella letteratura e nella biografia amorosa di ciascuno di noi. E nel rapporto col mondo ci restituisce un profumo, un’atmosfera, un’aura che non attiene propriamente alle cose, ma agli occhi e alla mente incantata che li vedeva e li viveva, magari ancora puerili. C’era un orizzonte d’attesa, un’aspettativa di domani, il fervore nascente dell’insaputo… Perciò dico: coltivate pure la nostalgia che è un magnifico esercizio dell’anima, ma non fondate sulla nostalgia il vostro rapporto col mondo attuale; consideratelo un altro regno, interiore e parallelo, in cui abitare nelle ore calme della sera, negli intervalli languidi della giornata.
Abbiate piuttosto nostalgia dell’avvenire, di quel futuro che è sparito da quando domina un’altra, vera egemonia, la dittatura del momentaneo e del superficiale.
Alla nostalgia, come sapete, ho dedicato non poche pagine, e Nostalgia degli dei è il titolo del mio nuovo libro che uscirà il 24 gennaio da Marsilio. Ma la nostalgia come amore dell’origine e passione del ritorno, non come rimpianto del tempo trascorso, del latte versato e delle cose di ieri. A quella nostalgia dell’anima e della mente affiderei volentieri “l’egemonia” spirituale della nostra vita spaesata e disattenta.