Il quartiere di Novoli nasce nella prima periferia di Firenze, da Piazza Puccini si estende fino a Peretola e all’Aeroporto. Dalle bonifiche ottocentesche, nel 900 ha vissuto un’espansione commerciale e residenziale dagli anni ‘30 agli anni ‘60, per poi essere designato negli anni ‘90 come nuovo centro direzionale, comprendente il Polo Universitario umanistico e il nuovo Palazzo di Giustizia.
Zona industriale prima e residenziale poi, stato celebrato in una pellicola neorealista, diretta da Valerio Zurlini, nel 1955, tratto dall’omonimo romanzo di Vasco Pratolini, Le ragazze di San Frediano, dove si vede bene lo stabilimento Fiat, progettato dell’ingegnere torinese Vittorio Bonadé Bottino, realizzato tra il 1938 ed il 1939.
Proprio l’edificio simbolo di tale stabilimento, che oggi non esiste più, la sua centrale termica è stato mutilato nella sua ciminiera di quasi 30 metri.
Nel classico silenzio che preannuncia gli sfregi alla cittadinanza tale ciminiera che svettava austera nel parallelepipedo di calcestruzzo, a guardia del quartiere, ormai è ridotta ad un moncone ed umiliata, come i palazzi e le zone che la circondano.
Il degrado
Facendo una passeggiata nei dintorni, il degrado dell’ epoca Renziana e Nardelliana è evidente: tra cumuli di immondizia abbandonati sui marciapiedi, alla cronica mancanza di parcheggio e traffico, agli eterni lavori della Tramvia, i palazzi dei vari blocchi sono sempre più preda della trascuratezza e dell’abbandono.
Le poche aree verdi esistenti, per tacere del Parco di San Donato, da anni incompiuto, sono zone di spaccio e bivacco.
La tramvia ovviamente non ha fatto che aggravare la situazione: anziché passare nel largo ed accogliente Viale Guidoni, è stato inserita in un tessuto viario e commerciale ormai messo in ginocchio, senza attenzione ai nuovi centri direzionali del Palazzo di Giustizia e del, ormai mitico e sfuggente come una chimera, nuovo stadio che dovrebbe sorgere nell’ area attualmente di Mercafir, il mercato ortofrutticolo, appunto in Viale Guidoni.
La tramvia lì non passa: non serve il Palazzo di Giustizia obbligando operatori ed Avvocati a spostarsi con mezzi propri, caparbiamente è stata inserita in un viale, quello di Novoli, due volte più stretto, creando disagi inenarrabili durante i lavori, ancora non finiti, e di rumorosità ai residenti quando il tram sarà operativo. Per tacere del traffico.
Il treno tramviario proprio in questi giorni sta effettuando le prove, ancora non è in servizio effettivo, ma i disagi già si ripercuotono sulla viabilità.
Un rottame di bicicletta ai piedi del traliccio ancora presente accanto al ponticello sul Mugnone , ammonisce il passante di lasciare ogni speranza di pulizia e decoro.
Al termine di Via di Novoli, infatti, accanto al detto ponticello che era stato ritratto nel film neorealista, oggi sorge un ponte cavalcavia indicibile nella sua antiesteticita’ e grado di finitura: una salita di cemento armato nudo, che copre la vista della via, ancora stretto tra cantieri, macchine movimento terra, sporcizia e degrado che non potrà che consolidarsi ed estendersi.
Già oggi, sotto tale ponte, si contano i rifiuti abbandonati ed i segni evidenti di bivacco e “residenza” dei senza tetto.
Ma si sa, dei problemi reali dei cittadini “comuni”ai radical chic salottieri poco ne cale, essi vivono nella loro convinzione dorata di rimanere umani, sempre più lontani dalla realtà e dall’elettorato che sinora li ha premiati nelle urne. Rendono il centro storico sempre più off limits per i comuni cittadini ma sempre più appetibile a turismo e brand internazionali e questo a loro basta, in fondo loro in Palazzo Vecchio possono andarci con qualunque mezzo, auto di servizio comprese.
Auguriamoci che la misura sia ormai colma, e si possa cambiare rotta prima che sia troppo tardi, prima che anche i Viali, oggetto di progetti di scenari tramviari apocalittici, siano ridotti come Via di Novoli, umiliati e mutilati. Come la Firenze che stiamo vivendo in questi giorni grigi.