NUMERI, FATTI, SUSSURRI E GRIDA

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NUMERI, FATTI, SUSSURRI E GRIDA

Il 15 luglio scorso è uscito il bollettino mensile dell’ISTAT. 

Una lettura che consiglio a tutti: con un po’ di pazienza si conoscono i dati oggettivi (i numeri) dell’economia del Paese

Non ne esce male la compagine che ci governa da quasi due anni, soprattutto non ne usciamo male noi, cittadini del Bel Paese, mai così bello e mai così amato dai foresti che – per fortuna – ce lo invadono in numero sempre maggiore.

Il famoso PIL cresce dello 0.3%, la produzione industriale dello 0,5, la disoccupazione scende al 6,8, di converso l’occupazione sale dello 0,6, l’inflazione ristagna allo 0,9%, lo spread viaggia a 133 punti base.

L’economia non ci affama.l

Gli interventi sulla immigrazione dimezzano gli arrivi rispetto allo scorso anno, alcune nuove leggi vanno nella direzione indicata dalla maggioranza degli elettori un paio di anni fa.

Volendo fare polemica politica verrebbe da dire che non è stato difficile fare meglio dei predecessori, ma lasciamo la polemica alla politica e accontentiamoci di stare un po’ meglio.

Ma per stare bene, c’è ancora molta strada da fare

Poi c’è la politica e le sue motivazioni, ma anche i suoi tic: per le opposizioni non va mai bene niente, come diceva Gino Bartali: “gli è tutto sbagliato, gli è tutto da rifare”. 

È una attitudine che coinvolge tutti gli schieramenti pur con diversi toni e differenti mezzi disponibili: la sinistra si erge a custode del buon governo, ma anche del corretto comportamento, dei toni, delle attitudini gestuali, delle espressioni facciali: al posto di Baldassarre Castiglione (il famoso Cortigiano) o di Monsignor Della Casa (il famoso Galateo) oggi abbiamo Schlein e la sua corte di inquisitori del comportamento e della parola. 

Il loro impegno è di indicarti non solo cosa devi fare ma anche come devi farlo

Si valgono della truppa connessa, gli “intellettuali”, gli “artisti”, i ”giornalisti”, i miliardari (autentici) padroni dei mezzi di comunicazione. Per  dire: gli Elkan di GEDI, i Cairo del  Corrierone e de La 7 che, insieme alla  multinazionale Warner Bros, offre approdo sicuro ai relitti della narrazione di sinistra, transfughi dalla RAI.

C’è un’altra divisione corazzata che opera da decine di anni: la (residuale) Magistratura politicamente schierata

Da un paio di mesi opera a Genova e ora anche a Venezia: casi Toti e Brugnaro.

Prima o poi in qualche altra amministrazione di centro destra (più raramente di centro sinistra) salterà fuori qualche anomalia, qualche virgola di troppo, qualche parola controversa, un sussurro, un comportamento diverso dal “dovuto”, una erogazione dichiarata ma “opaca” secondo il giudizio di un procuratore: tu dovrai dimostrare che sei innocente, non la Procura che sei colpevole. 

Ti assolveranno in Cassazione (oltre il 90% dei casi!) ma fra una decina di anni, quando ti sarai tolto dai piedi consentendo che il popolo sia governato da gente per bene, amministrato da saggi, da virginei sacerdoti della politica per disposizione giudiziaria. 

Ma l’indagato che fine fa? 

Abbandonato dagli amici politici, attaccato dagli avversari, messo alla gogna dai giornali, ammanettato dai giudici. Gli resta la famiglia (ma non sempre) e la assoluzione dopo anni, quando tutti avranno dimenticato la castrazione politica e il disastro umano. La sua assoluzione “per non aver commesso il fatto” o “perché il fatto non sussiste” o ancora “perché il fatto non costituisce reato” apparirà a pagina 19 in un trafiletto di venti righe su quegli stessi giornali che avevano dedicato decine di prime pagine per sputtanarlo.

Chi l’ha ingiustamente azzoppato come politico e accoppato come uomo nel frattempo ha fatto regolare carriera e continua ad operare “secondo giustizia”

Se nulla cambia, se la pattuglia dei magistrati impegnati in politica continuerà la sua battaglia indisturbata, se la stragrande maggioranza dei loro colleghi, gente competente, affidabile, equa, non li emarginerà, finché dureranno le leggi vigenti, se nulla cambia chi si occuperà di politica? Solo chi nulla ha da perdere, professionisti della marginalità economica e intellettuale, nulla tenenti, come i miracolati del M5S (i Bonafede, i Di Maio, i Toninelli, le Lezzi, le Azzolina fino a Conte). 

O come la signora Salis: senza arte, che conta sul padre (pieno di parte) e sulla coppia Fratoianni/Bonelli per magnificare le singolari attività sociali e politiche che hanno caratterizzato la sua vita “di lavoro”, i suoi apporti alle regole democratiche e al rispetto dei diritti.

Per di più: con l’indecente paragone con il reprobo Vannacci che ha svolto il suo mestiere di generale in giro per il mondo con la dignità e l’onore che tutti gli riconoscevano fino a che ha scritto ”il libro”, colmo di scorrettezze politiche ma pieno dell’ovvietà del  buon senso

Reprobi fino alla delinquenza Toti e Brugnaro, amministratori di centro destra che hanno migliorato la vita delle comunità che se li sono liberamente scelti per farsi governare, come è successo con Meloni e compagni. Attento, meglio governi più rischi.

E Nordio che dice su quanto accade nelle due Repubbliche Marinare? 

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