Un nuovo avviso di garanzia è stato notificato dalla procura di Locri all’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano. Il reato ipotizzato sarebbe la falsificazione di alcuni documenti di identità di immigrati ospiti nei centri di accoglienza nel 2016.
“La prefettura ci aveva chiesto l’inserimento per la madre e il bambino” in un progetto di accoglienza al Cas a Riace, ha spiegato Lucano, ex sindaco del Modello Riace di accoglienza agli immigrati, “e noi avevamo detto di sì perché c’era la disponibilità“. Poi “fu fatta l’iscrizione al registro anagrafico e fu richiesta la carta d’identità perché il bambino di pochi mesi aveva necessità di vedersi assegnato un pediatra“.
“Sono amareggiato“, ha commentato Lucano all’agenzia AdnKronos. “Mi viene contestato un reato che avrei commesso nel 2016 per aver fatto due carte di identità a una donna eritrea e a suo figlio”.
L’accusa sarebbe legata proprio al rilascio dei due documenti, rilasciati nonostante la donna e il figlio non avessero il permesso di soggiorno, e per inserirli in tale progetto il sindaco non avrebbe esitato a rilasciare le carte di identità, che non sarebbero state dovute.
Le vicende giudiziarie del politico sono numerose, tra le quali ricordiamo nell’ottobre 2017 il sindaco Lucano è indagato dalla Procura di Locri in merito alla gestione del sistema dell’accoglienza: i reati contestati sono truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ai danni dello Stato e dell’Unione europea, concussione e abuso d’ufficio.
Il 2 ottobre 2018, a conclusione dell’operazione Xenia, viene messo agli arresti domiciliari con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e illeciti nell’affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti (il giudice dichiara però infondate le accuse di concussione, truffa allo stato e abuso d’ufficio).