Odio da parte di chi avrebbe voluto estendere i crimini d‘odio sotto il profilo giuridico. Può sembrare un paradosso, ma è quello che emerge dando uno sguardo a quello che sta accadendo su Twitter.
Alcuni utenti tra quelli che sostenevano il Ddl Zan incolpano questo o quell’esponente, politico o meno che sia, dopo il naufragio di un provvedimento che avrebbe dovuto pacificare, almeno secondo le dichiarazioni, l’intero contesto nazionale, offrendo maggiore tutela alle minoranze.
Si va dall’ “inutile pescivendola fascista” diretto a Giorgia Meloni ad un “ammazzati buffone mistificatore” riservato a Matteo Renzi. Che ha peraltro dimostrato, numeri e retroscena sul dialogo con il Pd di Enrico Letta alla mano, di non aver preso parte all’operazione dei francotiratori.
Ma non è questo il punto. Il campo minato, per così dire, è il social media citato. dove è intravedibile un vero proprio coro di offese, insulti ed altre tipologie di aggressioni linghuistiche. I delusi dall’esito della votazione sul Ddl Zan ne hanno per tutti: “Ti auguro il peggio del peggio. Unica mia consolazione prima o poi… Rip”, scrive un utente, rivolgendosi sempre al leader di Italia Viva.
Vogliono ammazzare Pillon con le proprie mani
Ce n’è pure per il senatore Simone Pillon: “Potessi uccidere Simone Pillon con le mie mani lo farei in questo preciso momento”. E lo stesso parlamentare leghista posta lo screen dell’intervento di un’altra utente, che annota: “Pillon muori, Pillon crepa, Pillon bastardo, Pillon infame, sparate a Pillon, Pillon appeso a testa in giù, Pillon in piazzale Loreto”.
E il tutto per una votazione legittima che è avvenuta in Parlamento. Il leghista, nell’allegare il tweet, ha risposto: “Questi – scrive – sono gli auguri dei seguaci del #ddlzan. Capite cosa c’è dietro la foglia di fico della lotta alle discriminazioni? La più bieca intolleranza, il peggior razzismo ideologico, l’odio totale per chiunque si azzardi a cercare di dire la verità”.
Poi c’è il caso del direttore dell’Huffington Post, che due giorni fa ha scritto un fondo su La Stampa. Un pezzo attraverso cui ha invitato tutti a non sottovalutare il “diritto all’odio” ed a “tenerselo stretto”. Ecco, su Mattia Feltri si è scatenata una vera e propria bufera di commenti social. Tra questi, possono essere notate affermazioni come questa: “Mannaggia il correttore automatico! Comunque sono d’accordo, Mattia Feltri è un ottimo giornalista. Vorrei essere una mosca per assistere a un incontro tra lui e suo padre. (per me si odiano)”.
Sul caso Feltri e sul clima che si sta innescando è intervenuta pure l’onorevole d’Iv Raffaella Paita che, rilasciando dichiarazioni ad IlGiornale.it ha voluto esprimere la sua ” piena solidarietà” al direttore. “Chi dice di voler combattere l’odio non dovrebbe praticarlo – ha affermato – . Nessuna tolleranza per questo inaccettabile clima di violenza”. Per la deputata renziana è “necessario portare avanti una rivoluzione culturale che metta definitivamente nel cassetto la stagione dei linciaggi social e della gogna mediatica. E la politica deve dare l’esempio”. Poi una speranza per il futuro: “Ripartiamo dal rispetto della persona e delle opinioni, senza arretrare di un centimetro. La posta in gioco è la difesa della libertà e della qualità della nostra democrazia”, ha chiosato.
Fonte: Francesco Boezi ilgiornale.it
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