L’Italia alle Olimpiadi di Tokyo sta facendo un figurone. Anche oggi due ori: un immenso Luigi Busà mette tutti al tappeto al karatè. Oro e inno di Mameli. Tanta bella roba.
Poi scende in pista un certo Jacobs. Chi era costui? Quel Jacobs di madre italiana con un accento vagamente bresciano? Già proprio lui. Quello che, aspettate un attimo, ha messo tutti in fila i blasonati centometristi vincendo l’oro?
Che ha fatto scoprire il lato gretto di chi, abituato a vincere sempre e comunque, ha dimostrato di non saper perdere. Leggi USA, leggi Jamaica, leggi Inghilterra.
E oggi cosa si è permesso di fare? Insieme a Patta, Desalu e Tortu, si è messo al collo il suo secondo oro di queste Olimpiadi. Sempre nei 100 metri, questa volta in staffetta. Dimostrando che lui è forte, fortissimo, ma forte anzi fortissima è la squadra dei velocisti azzurri. Con buona pace delle superpotenze della corsa di cui sopra.
Anzi, si sono presi il lusso di vincere proprio beffando l’Inghilterra. La perfida Albione. Una roba tipo europei di calcio. Chissà che travaso di bile che hanno avuto oltremanica. Un po’ per loro mi dispiace. Anzi no, sono proprio contento.
Perché oggi abbiamo tappato la bocca a tutti. Abbiamo dimostrato che l’Italia corre forte. Più forte degli altri, e non è un caso o peggio (come qualcuno candidamente insinuava).
Ciao mondo. Noi siamo italiani, e gli italiani, si sa, sono robaccia. Il loro posto al sole lo prendono sempre.
Adesso nel medagliere siamo settimi, con 10 ori 10. E abbiamo dietro gli M&M’s: ossia Merkel e Macron. E io, da buon provinciale, godo come un riccio.
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