Oseghale rimane all’ergastolo. Ma Quando liberiamo le sue vittime?
La Corte di Cassazione ha respinto l’ennesimo ricorso della difesa di Innocent Oseghale, l’uomo che violentò, uccise e fece in pezzi il corpo della diciottenne Pamela Mastropietro, ritrovato in due valigie abbandonate a Macerata.
E fin qui è solo giustizia
Io difenderò sempre il diritto di una persona a ricorrere in tutti i gradi di giudizio. Ma il caso di Oseghale mi pone un dubbio etico, su quanto un uomo chiaramente colpevole, possa continuare ad avere il diritto di far rivivere ai parenti della propria vittima l’ennesimo calvario giudiziario.
C’è chi dice che è disumano credere nella formula del fine pena mai
Questo è vero ma soltanto se arriva un momento in cui potrà terminare anche per le vittime il dolore causato dalla colpa del reo.
Per essere più diretti, prima di pensare alle pene di Innocent Oseghale le istituzioni non dovrebbero porsi il compito di far cessare il dolore delle sue vittime?
Di mitigare la sofferenza di chi ha subito piuttosto che la pena di chi ha imposto la sofferenza?
Oseghale non può ridare la vita a Pamela Mastropietro
Ha deciso di togliergliela. E questo torto non lo può riparare. Si potrà obbiettare che due torti non fanno una cosa giusta.
Paradossalmente la giustizia può garantire di privare il colpevole della libertà in Italia, ma non della sua vita. Lui può studiare, leggere, è mantenuto a spese dello Stato. Certo sicuramente soffre. Ma soffre per causa delle proprie azioni.
La vittima è in una tomba. Lo stato non può far nulla per la sua condizione. Può solo garantire che il colpevole paghi.
I familiari di Pamela Mastropietro?
Qualcuno si preoccupa della famiglia della vittima?
Perché anche per loro c’è un ergastolo da scontare. Quello che ogni giorno gli impone la mancanza di Pamela.
La differenza è che non ci sono i permessi premio, non ci sono le visite del parente che hanno perduto, se non al cimitero, non c’è uno stato che garantisce loro una pensione pari al mantenimento dell’assassino di Pamela.
Per lui ci sono cure gratuite, addirittura le odontoiatriche negate a tanti Italiani indigenti, la mensa, assistenti sociali, psicologi. Ci preoccupiamo anche che non cada in depressione in carcere.
Certo siamo un paese civile, i detenuti non si torturano. Però di fornire tutta l’assistenza possibile ai familiari della sua vittima si è preoccupato qualcuno?
L’ergastolo che stanno ascoltando i familiari di Pamela Mastropietro gli è stato inflitto dalle responsabilità dell’assassino. Inflitto a delle persone che non hanno colpa alcuna.
E mentre tanti avvocati cercano di non rendere certa la pena di questo mostro, la pena per i parenti di Pamela è assicurata
Lì non c’è nessuna corte che possa ascoltarli per ridurre una pena tanto disumana.
Quando si pensa al male fatto a Pamela si pensa mai al padre che è morto in questi anni?
Si pensa mai a sua madre che deve portare il peso di quanto accaduto? Che deve chiedere alle istituzioni piena luce ogni giorno?
O si pensa mai ai ragazzi che hanno conosciuto Pamela? Che hanno visto succedere una cosa così terribile a una loro amica? A tutte le persone che hanno voluto bene?
Ai familiari, agli zii, ai nonni, ai cugini?
Si pensa mai ad una nazione costretta a guardare un uomo che ha avuto tutto da questo paese, che ha avuto la prospettiva di una vita migliore, che vende impunemente droga ai suoi giovani ?
Un paese che vede uccidere una sua figlia , quello stesso paese che ha dato tutto a questo mostro?
Tutto quello che il suo paese di origine non gli aveva mai offerto.
Tutto questo dolore è parte della colpa di Oseghale
Non mi piace la sofferenza del carcere.
La punizione è sempre un fallimento.
Perché vuol dire che non siamo stati capaci di impedire che qualcosa accadesse.
E anche il nostro paese è colpevole quando non espelle prontamente personaggi del genere. Quando li lascia entrare ed agire indisturbati. Quando lascia che travino la nostra gioventù.
Quando non difendiamo adeguatamente i nostri figli, ci comportiamo peggio dei peggiori criminali.
Ma nulla assolve Oseghale
Lo Stato dovrebbe anche privarlo del diritto di usare il proprio nome di battesimo. Innocent appare un ossimoro prima del suo cognome, per sempre legato ad un gesto imperdonabile.
L’Italia non avrà mai il diritto di rimetterlo in libertà, fino a quando non potrà ridare la vita a Pamela e la serenità a chi le ha voluto bene.
Se saremo capaci di fare riparare le vittime solo allora potremmo considerare un gesto di clemenza verso di lui!
Altrimenti ogni atto di clemenza del nostro stato sarebbe rendere gli italiani complici di un reato ancora più grande!
La clemenza verso i mostri offende la memoria delle vittime ed il dolore di chi rimane!
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