“Ti riporto a casa io alla fine del giro”. Così, nel 2010, Ousseynou Sy approcciò una ragazzina di 17 anni prima di molestarla sessualmente. Lui, senegalese con cittadinanza italiana autore del dirottamento dell’autobus con 51 studenti a bordo a San Donato, anche allora era autista e tutti lo consideravano una brava persona. Ma nella rotta Crema-Cremona su una corriera di provincia mostrò i primi segnali di una personalità inquietante molestando una minorenne che aveva perso la fermata. “Toccamento al seno e ai glutei, secondo la denuncia – riporta Repubblica -. Meno di uno sfioramento per Davide Lacchini, il suo avvocato di allora, che è anche quello di oggi”. Sy è stato poi condannato in appello a un anno per violenza sessuale nel 2018, dopo la condanna a un solo mese in primo grado.
Secondo alcuni colleghi Ousseynou era radicalmente cambiato qualche anno prima, a seguito della separazione con la moglie Rita Deriu (che oggi non vuole commentare la vicenda), che lo ha allontanato dai due figli. Nel novembre dello stesso anno, il 2007, Sy viene fermato a Ghedi (Brescia) per guida in stato di ebbrezza. Positivo all’alcol-test, appena sopra il limite di legge, condanna penale, multa di 680 euro e sospensione della patente. Un disastro, per un autista di autobus. Ma riesce incredibilmente a nascondere la cosa mettendosi in malattia. E a metà 2008 torna regolarmente a lavoro sui pullman di Autoguidovie. Negli ultimi mesi, l’interesse per il dramma dei migranti nel Mediterraneo. Più che “impegno politico”, come dice lui ai pm, una vera e propria ossessione che ha portato al folle gesto di mercoledì mattina.
Chi non ha vigilato, permettendo ad un simile individuo di guidare i bus dei ragazzi, deve essere perseguito penalmente.