Padre rapisce la figlia all’uscita da scuola per portarla in Siria. Era già accaduto due anni e mezzo fa.
La ragazza prelevata dal genitore davanti all’istituto. Era da poco rientrata in Italia grazie a una delicata operazione internazionale della Polizia. Nei confronti dell’uomo già in corso un processo per sottrazione di minore.
Era da poco tornata in Italia grazie a una delicata operazione internazionale di Polizia ed era stata affidata alla mamma, dopo che nel 2016 il padre l’aveva rapita e l’aveva tenuta per quasi tre anni in Siria. Ieri l’uomo, il siriano Maher Balle, l’ha rapita nuovamente, prelevandola da scuola all’insaputa della madre, Mariana Veintimilla, 53 anni, ecuadoriana, che si era separata da lui. La vicenda è raccontata dal «Corriere della Sera» il quale spiega che ieri alle 13 Balle è andato nella scuola media in zona Porta Romana, a Milano, dove la figlia frequenta il primo anno, e l’ha prelevata senza che il personale dell’istituto, forse non informato, sollevasse obiezioni. Una testimone ha riferito di averlo visto con due valigie, mentre il suo cellulare risulta spento. La madre, accompagnata dall’avvocato Angelo Musicco, ha denunciato il rapimento al pm Cristian Barilli, titolare del fascicolo e ora l’uomo è ricercato.
Due anni e mezzo fa, quando la piccola aveva nove anni, il padre con la scusa di condurla in un parco divertimenti, l’aveva rapita e portata in Siria. Per almeno due volte aveva poi promesso di rientrare nel nostro paese con la piccola, senza però mai farlo. Il 29 novembre scorso, però, la madre ha potuto riabbracciare la bimba vicino al tribunale, con Maher Balle che questa volta ma mantenuto la promessa: partito da Damasco e passando da Beirut e Francoforte, l’uomo è arrivato a Malpensa e per tutto il viaggio è stato seguito dagli uomini dello Scip della Polizia e della squadra mobile di Milano che da tempo stavano lavorando per riportare a casa la piccola.
In Tribunale, quel 29 novembre, era in corso a carico dell’uomo un processo per sottrazione internazionale di minore. Fondamentali per il rientro del siriano e della piccola erano stati anche i contatti tra la Procura e il difensore dell’imputato, per il quale, come stabilito dal giudice, era stato attivato un programma per la messa alla prova. Ieri il colpo di scena, con un nuovo rapimento che ha fatto scattare le ricerche anche negli aeroporti italiani.
Fonte: lastampa