Palamara espulso da Anm. Lui: “non farò il capro espiatorio di un sistema”

PALAMARA

Luca Palamara è stato espulso dall’Associazione nazionale magistrati. Lo ha deciso il comitato direttivo centrale all’unanimità. Un solo astenuto. Accolta la proposta del collegio dei probiviri, formulata per le “gravi violazioni al codice etico”. E’ la prima volta che un ex presidente viene espulso dall’Anm.

‘Mi è stato negato il diritto di parola e di difesa, nemmeno nell’Inquisizione”. Così all’Adnkronos Luca Palamara, indagato a Perugia, commentando la decisione del Comitato direttivo centrale dell’Associazione nazionale magistrati che ha respinto all’unanimità la sua richiesta di essere sentito. “Non farò – ha aggiunto Palamara – il capro espiatorio di un sistema”.

“Volevo un cambiamento, ma mi sono lasciato inghiottire dal sistema”, ha continuato, aggiungendo che si dimetterà “solo se i colleghi del sistema correnti faranno lo stesso”. Palamara chiede quindi “scusa ai colleghi fuori dal sistema delle correnti”.

La sensazione che uno debba pagare per tutti è forte. Vedremo quali saranno gli sviluppi. Certo è che il Terzo potere dello Stato, la Magistratura, ne esce a pezzi. La fiducia dei cittadini è ai minimi storici. Per recuperarla ci vorrà tempo, e tanto lavoro serio. Chissà se saranno in grado di svolgerlo. I dubbi prevalgono decisamente sulle certezze.

L’Italia appare sempre un Paese da rifondare da capo a piedi. Un rudere non restaurabile.

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L’Associazione nazionale magistrati (in sigla ANM) è l’organismo rappresentativo, senza carattere politico – ahahahah, N.d.A – che raggruppa i magistrati italiani. Non è un sindacato, non ha potere di contrattazione sulle retribuzioni, che sono stabilite con decreto ministeriale.

Sono iscritti 8.284 degli 8.886 magistrati italiani in servizio (il 93,2%). È guidata da un comitato direttivo centrale eletto ogni quattro anni e composto da 36 membri.

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