Palazzo Chigi guarda Piazza San Pietro

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I frutti della diplomazia

(terza parte)

Giorgia and friends

Nella seconda parte del blog avevamo presentato Alfredo Mantovano, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e figura chiave nel governo Meloni, soprattutto per i rapporti con il mondo cattolico in generale ed il Vaticano in particolare.

Per capire ancora meglio il suo profilo culturale è sufficiente far riferimento a due passaggi emblematici. Il primo riferibile ad un suo intervento al Meeting CL dell’ Agosto 2023, in cui afferma in modo inequivocabile: «La sfida più importante è quella della natalità, più importante dell’approvvigionamento energetico e delle riforme istituzionali».

La visione di Mantovano

Il secondo passaggio ci porta alla sua riconoscibilissima visione, integralmente cattolica, quella in cui ha proposto una sua lettura del conflitto in Ucraina: «Quando 20 anni fa in Europa qualcuno fece fallire il progetto di Costituzione, pur di non riconoscere a fondamento le radici cristiane – evocate con tanta forza dal pontefice dell’epoca, San Giovanni Paolo II – quel qualcuno ha negato l’elemento fondante dell’Europa. L’Europa 20 anni fa ha rifiutato di riconoscere il suo elemento unificante, mi verrebbe da dire da Lisbona a San Pietroburgo, e se oggi la guerra è tornata in modo così tragico sul territorio europeo, è, insieme con tante altre cause, anche per aver rifiutato la forma e la sostanza di quell’elemento unificante».

Deodato, giurista cattolico

Altra figura istituzionale, poco conosciuta dal grande pubblico, ma influente in questo lavoro di tessitura è Carlo Deodato (segretario generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri) .

L’ex magistrato – che sul suo profilo si definisce “Giurista e cattolico“ – vanta solidi rapporti oltretevere, consolidatisi soprattutto durante la discussa sentenza del Consiglio di Stato (di cui è stato relatore nel 2015) sulla trascrizione delle nozze gay fatte dai sindaci italiani riguardo ai matrimoni contratti all’estero.

L’allora magistrato entrò sotto la lente di ingrandimento dei media a proposito di alcune dichiarazioni in sostegno delle “Sentinelle in piedi”, gruppo che difende la libertà di pensiero dagli attacchi contro l’unicità del matrimonio tra un uomo ed una donna e il diritto dei bambini ad avere un padre ed una madre . Sul caso si è espressa anche l’ex parlamentare e attivista Vladimir Luxuria che, ricordando la sentenza del 2015, sul suo profilo Twitter ha scritto: “Omofobia al potere”.

In prima persona, da Parolin verso Papa Francesco

Ma l’avvicinamento alle “sacre stanze” necessitava anche l’intervento in prima persona di Meloni. Seguiamone le tappe principali.

Nel Giugno 2022, poco dopo l’assunzione del suo incarico, Giorgia Meloni ha avuto un colloquio privato con il Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, anche se i due avevano avuto modo di conoscersi nel marzo scorso alla università Angelicum dove Parolin teneva una lectio magistralis sul ruolo dei cattolici. Probabile che si sia lavorato anche alla preparazione della visita al Papa.

Attesa visita che si è svolta nel Gennaio 2023 in Vaticano. Dopo il primo faccia a faccia istituzionale con Papa Francesco, Giorgia Meloni si è poi trasferita per l’incontro con il cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, accompagnato da monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni Internazionali

Particolarmente interessante il contenuto del colloquio con il Cardinale Parolin. Vale la pena riflettere sui temi trattati, soprattutto sulla scaletta della discussione: povertà, famiglia, calo demografico, giovani ed educazione. A seguire tutti i delicati fronti internazionali ed europei aperti (con particolare riferimento al conflitto in Ucraina). E per finire il dossier più delicato, quello delle migrazioni. In appendice l’organizzazione del Giubileo 2025.

Lo spin doctor del Pontefice e la tribuna di Civiltà Cattolica

Nel Marzo 2023 Giorgia Meloni sceglie la sede di Civiltà Cattolica, la rivista dei gesuiti, per spiegare e ribadire le proprie posizioni. Una tribuna storica privilegiata. Lo fa in nome dell’etica, prima ancora che della politica, e senza timore di usare categorie spirituali come la «misericordia». La premier nell’occasione ha presentato il libro di padre Antonio Spadaro,L’Atlante di Francesco, mentre ricorrevano dieci anni dall’inizio del Papato di Bergoglio, assieme al segretario di Stato vaticano, il cardinale Pietro Parolin, col quale, a seguire, ha avuto mezz’ora di colloquio privato.

Meloni nel suo intervento tocca molti temi caldi, anche nei rapporti con la Chiesa. Ad esempio l’immigrazione, dicendo che occorre “Fermare i trafficanti, favorire i flussi legali e dare a chi arriva gli stessi diritti dei nostri cittadini. E prosegue «non dovremmo accettare che chi arriva dall’Africa lavori a condizioni che i nostri cittadini non accettano”.

Ma non mancano precise parole sul conflitto Russia – Ucraina . Al riguardo afferma :”Non possiamo confondere un’aggressione con la pace. Se noi ci voltassimo dall’altra parte e non aiutassimo l’aggredito a difendersi, non avremmo la pace, ma il rischio di una guerra molto più vicina. Non passi il principio che il diritto del più forte vale più della forza del diritto “.

C’è spazio anche per la «misericordia», che il papa invita ad usare come “fulcro” dell’azione politica. La traduzione pratica che ne dà la Meloni è «l’approccio non predatorio nelle relazioni internazionali», con implicito riferimento al nuovo Piano Mattei per l’Africa.

(segue nella quarta parte)

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