Palazzo Chigi guarda Piazza San Pietro

La presidente del consiglio Giorgia Meloni interviene all'inaugurazione della lapide commemorativa dei giornalisti ebrei perseguitati dalle leggi razziali. Roma 13 dicembre 2022 ANSA/MASSIMO PERCOSSI

Palazzo Chigi guarda Piazza San Pietro

Giorgia e la strategia di avvicinamento ai sacri palazzi

(parte seconda)

Una nuova realtà

Nella geografia del potere romano i sacri palazzi sono una tappa obbligata per chi si prepara ad andare al Governo.

Anche Giorgia Meloni, che pur vantava buoni rapporti con il card. Ruini, ha compreso la necessità di disegnare una nuova geografia di contatti.

Alla ricerca di interlocutori oltretevere, ha varcato la soglia del Vaticano cominciando dal cardinale Robert Sarah (Settembre 2022), già prefetto emerito della Congregazione per il culto divino e non confermato dall’attuale pontefice, una delle voci più conservatrici della Chiesa, che potremmo collocare nel “fronte tradizionale”. Il cardinale africano può esser definito “ratzingeriano” nella misura in cui ha sposato il contributo di Benedetto XVI sulle grandi domande che animano il cattolicesimo odierno.

Manovre di avvicinamento al popolo dei cattolici

Ma le “manovre” erano iniziate molto prima di questo incontro, partendo da un preciso assunto: il successo o meno delle iniziative diplomatiche non si misura nell’immediato; l’obiettivo è creare i presupposti perché si possa arrivare alle conclusioni.

La prima esploratrice verso le plurime realtà vaticane è stata Isabella Rauti (sottosegretaria alla Difesa nell’attuale governo), anche in considerazione delle iniziative portate avanti in passato ai tempi del Family Day. La figlia di Pino Rauti si era schierata con il popolo pro – life, pronunciandosi anche contro la distribuzione della pillola del giorno dopo. Allo stesso tempo, però, stimolava a riflettere su come poter aiutare concretamente quelle donne che in grave difficoltà sono costrette a rinunciare ad una maternità. Mondo pro-life ben coperto anche per i rapporti diretti che la futura Presidente del Consiglio aveva intanto creato con Massimo Gandolfini, medico, aderente al movimento dei neo – catecumenali e primo ispiratore del Family day.

Strategia istituzionale in progress

Nel marzo 2022 si svolse il primo incontro organizzato dai gruppi parlamentari di FdI di Camera e Senato dedicato al Giubileo del 2025.
Al convegno partecipsno l’on. Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera, la senatrice di FdI Isabella Rauti, componente “Tavolo istituzionale per iniziative, interventi, opere necessarie allo svolgimento del Giubileo 2025”, Mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione,vari esponenti del governo. A facilitare il percorso in quell’occasione era stato il giornalista cattolico Piero Schiavazzi, docente di geopolitica vaticana alla Link Campus University e assai bene introdotto Oltretevere.

Dopo le elezioni politiche vinte, prima dell’insediamento del suo governo, Meloni prosegue la marcia di avvicinamento ai sacri palazzi.

Isabella Rauti partecipa ad una conferenza organizzata da padre Antonio Spadaro, spin doctor di Papa Francesco e direttore di Civiltà Cattolica, in occasione del primo anniversario della enciclica Fratelli Tutti. Un suo commento al riguardo è indubbiamente un ottimo “ponte”: “A mio parere l’enciclica delinea le disfunzioni patologiche della globalizzazione che non guarda ai bisogni della persona ma alle esigenze economiche e finanziarie e vede negli individui dei meri consumatori.”

Il tessitore “capo” nella squadra di governo: Alfredo Mantovano

Per proseguire con profitto la lunga strada maestra scelta, Giorgia Meloni lavora sulla composizione della sua squadra di governo. Non casualmente la scelta per ricoprire la delicatissima casella di Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio (Gianni Letta docet) ricade su Alfredo Mantovano,

66 anni, nato a Lecce, laureato a Roma, Magistrato penale e parlamentare. Già sottosegretario all’Interno nei governi Berlusconi per complessivi nove anni, ora sottosegretario alla Presidenza con delega ai Servizi segreti .

Mantovano è da ascrivere alla cultura cattolica identitaria e conservatrice, che confina, senza combaciare, con quella della destra sociale, prevalente in FdI. Collocabile dunque nel tradizionalismo di destra, già presidente della sezione italiana della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che soffre, che si occupa di persecuzioni religiose, vicino ad Alleanza Cattolica e fondatore del centro Studi Livatino

È il Richelieu del governo, l’uomo che sussurra nelle sacre stanze le soluzioni più delicate e che condivide con Giorgia Meloni i dossier più spinosi. Ha importanti deleghe ai Servizi Segreti e al Dipartimento anti – droga. Ha una lunga storia, molteplici relazioni, notevoli tessiture con il Vaticano, ma anche con il Quirinale, con cui di fatto è il pontiere. Esemplari le parole con le quali Giorgia Meloni lo ha presentato al Papa, nella sua prima udienza privata, il 10 gennaio: «Una persona con cui lavoro da tanti anni, grande giurista, grande cattolico».

Ne approfondiremo meglio il profilo politico e culturale nella prossima parte.

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