Palazzo Vecchio è orgoglioso di presentare: Guelfo, il nero di Firenze

Guelfo, un nero contro i neri! La nuova campagna antifascista promossa dai paladini cittadini Gianassi e Nardella inizia col botto. Il contrasto al fascigadgettismo fiorentino segna subito un punto a favore dei grandi amministratori targati Pd.

Il messaggio è chiaro: Firenze non si piega al vergognoso traffico di gadget che distrugge il decoro – altissimo – della culla del Rinascimento. In quarantasei anni non ne ho visto mezzo in giro di questi benedetti gadget, ma forse sono solo obnubilato dalla connivenza. Loro vedono sicuramente meglio. Sono uomini brillanti. Guidano la città allo sbando con una abilità da professionisti. Veri Stuntaman comunali: loro escono indenni, la città si accartoccia.

Un giorno, ne sono certo, Firenze verrà ricordata come la “Culla dell’Amministrazione”. Ma torniamo al presente; per l’ardua sentenza dei postumi c’è tempo.

Guelfo, il Nero di Firenze

Oggi in città il nero si combatte col nero: in carne e ossa. Contro la profonda ferita inferta al decoro cittadino dal gadget fascettino, scende in campo il Nero fiorentino. Nudo alla meta, letteralmente, il Nero fiorentino (da non confondere con l’ormai inflazionato Nero di WhatsApp), si mostra senza senza macchia e senza paura. Pure senza vestiti tanto che c’è.

Da ieri è visibile nel centro storico, senza appuntamento, Guelfo il Nero fiorentino. Voglia perdonarmi la premiata amministrazione comunale, ma ignoro il nome di codesto eroe e mi son permesso di dargliene uno. Guelfo, il David 2020, cambia l’acqua alle olive contemplando i monumenti a distanza ravvicinata, scagazza nelle fontanelle, si sciacquetta allegramente l’asta deliziando gli astanti. Del resto, lui non ha niente da nascondere. Non ha bisogno di celarsi dietro oscure vetrine, come i loschi fasciogadgettari. L’uomo nero fiorentino si mostra fiero, come nacque. Totò insegna: Signori si nasce; e lui lo nacque sicuramente.

Orgoglio di mamma e dei progressisti. Chissà se la Boldrini alla vista si inginocchierebbe…

Perché questo è il progresso, vero? E’ evidente che un destroide ottuso non ha sufficienti connessioni neuronali per comprenderlo. Lorsignori, invece, captano il segnale di cotale spettacolo di ampio respiro umanitario all’istante. Anche l’Umanesimo risorge grazie a Nardella e ai suoi satelliti.

La città è un fiore all’occhiello del decoro; e noi progrediamo grazie al progresso dei progressisti.

 

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