Papa Francesco e l’emergenza demografica

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Papa Francesco e l’emergenza demografica

Che l’Italia sia un paese ormai in emergenza demografica non è notizia nuova

Nel 2024 ci sono state meno nascite rispetto al 2023 e via via più si compara il dato con gli anni precedenti, più emerge una netta diminuzione della popolazione.

Il tema è scottante, si potrebbe dire emergenziale. Un paese che non fa figli è un paese destinato a scomparire, a invecchiare drammaticamente e a veder avvizzita la sua forza vitale e propulsiva.
Sottolineare questo, e lavorare per favorire la natalità ancor oggi è considerato da fascisti

Se solo si prova a dire che la maternità deve essere incentivata e supportata, si viene tacciati di misoginia, e di voler confinare le donne nel focolare e nel talamo a sfornare figli.

Ma, al netto di simili deliri, la realtà si è piano piano fatta strada persino nelle

menti più ottuse e ormai anche gli studiosi si sono dovuti inchinare la dato

di realtà, oggettivo e inoppugnabile: in Italia siamo in pieno inverno demografico.

Non potendo dunque più contare sulla pregiudiziale antifemminile, la sinistra a fronte di tale dato di fatto quale soluzione ha inventato?

Naturalmente quella di aprire le frontiere lasciando che in Italia giungano popoli ben più prolifici di noi, così da garantire immantinente un ricambio generazionale.

Insomma, una sorta di maternità surrogata su scala globale in cui la Nazione “appalta” ad altri il rimpinguare le file dei figli della Patria

In fondo, la solita storia: l’immigrazione intesa come veicolo di supplenza delle nostre ataviche difficoltà nella propagazione della specie ha radici antiche e si ammanta sovente di giustificazioni più o meno cavillose.

Chi pagherà un domani le nostre pensioni se non i figli dei migranti?

Chi garantirà la sostenibilità del welfare se non i figli dei migranti?

Chi potrà assicurare la stabilità del sistema se non giovani generazioni provenienti dall’estero che si caricheranno sulle spalle le sorti della madre patria, se non i figli dei migranti?

Insomma i migranti sono il futuro e la soluzione di tutti i problemi.

Sono coloro i quali salveranno l’Italia dall’inevitabile collasso cui sta andando incontro

Questa la narrazione dominante a certe latitudini.

Ebbene, sin qui tutto nella norma

Quello che invece fa un po’ impressione è che uno dei più sfegatati sostenitori della supplenza migratoria (chiamarla sostituzione etnica non porta proprio bene eh?) fosse proprio il Papa, vertice di una delle più tradizionali istituzioni mondiali, universale per natura ma teoricamente antiglobalista: la Chiesa Cattolica.

E invece, intervistato in un noto programma televisivo, Papa Francesco se ne è uscito con un sillogismo aristotelico della miglior fatta, argomentando quasi ingenuamente che siccome l’età media degli italiani è 46 anni e che spesso le coppie non hanno figli l’unica via è quella di aprire le porte ai migranti. Insomma, per il Papa non c’è scelta, se gli italiani non fanno più figli, apriamo le frontiere così da garantire un rinfoltimento demografico

Dalle parole del Papa dunque emerge un automatismo del tutto matematico, una questione algebrica che configura un’operazione a saldo zero.

Tolgo di qua e prendo di là! Un mero gioco di vasi comunicanti in cui il travaso umano è funzionale a coprire delle evidenti lacune di una parte del mondo

Ma si sa che in certe cose la matematica c’entra poco e nulla e il saldo zero proprio zero non è.

Eh già, perché se andiamo ad analizzare i flussi migratori non potrà stupire il fatto che la maggior parte di essi riguardano persone che provengono da realtà culturali e religiose assai diverse dalle nostre e che il processo di assimilazione è tutt’altro che automatico. I nuovi giovani – quelli che dovrebbero pagarci le pensioni, assicurare il welfare state ecc – sono giustamente attaccati alle loro tradizioni cimentate da una forte identità religiosa sovente in contrasto con il way of life occidentale

Insomma, non è affatto detto che vogliano integrarsi e poiché il problema demografico non è solo quantitativo, ma anche qualitativo, occorre riflettere sulle conseguenze.

Il cortocircuito che si rischia di ingenerare non è cosa da poco conto e immaginare che tutto si possa risolvere con un abbondante dose di amore e accoglienza è quantomeno utopistico

Le tensioni che già si vanno manifestando con cadenza ormai quotidiana dimostrano che

l’immigrazione è un fenomeno da gestire “cum grano salis” e non certo da avallare

sine regula come invece sembra suggerire Sua Santità.

Ora, senza voler scomodare l’Eurasia o il buon Erdogan che teorizzava la conquista dell’Europa in punta di gravidanze, non v’è chi non veda il rischio di una implosione culturale data da una gestione allegra delle frontiere

Quindi ci viene da domandarsi come sia possibile che tali esiti siano così ampiamente sponsorizzati da Papa

Francesco che sembra sempre più prono ai diktat progressisti e alla open society di sorosiana memoria

D’altra parte, non è la prima volta che il pontefice aveva esternato simili bizzarre teorie.

Un po’ di tempo fa Francesco si era scagliato contro le coppie che non fanno figli ma prendono cani e gatti (sic!) e anche in quella circostanza aveva individuato nei migranti la cura per la denatalità

Quindi, insomma, non si tratta di una fissazione né tantomeno di superficialità

nell’analisi quella del capo della Chiesa, quanto piuttosto una posizione politica e ideologica appiattita sul globalismo più acritico che lascia quantomai interdetti e che unitamente all’amore sviscerato che il Papa sembra nutrire per l’Islam

consolida il sospetto che Francesco sia tutt’altro che un pastore di anime, quanto piuttosto una pedina fondamentale nel progressismo mondiale tutto slogan e zero realismo.

Quasi quasi vien la nostalgia dei tempi in cui da Trastevere piovevano strali contro i metodi contraccettivi e si prometteva l’inferno ai giovani amanti che vi facevano ricorso

Scenari tetri e un po’ demodé certo, ma almeno coerenti.

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