Ci sono più di 2500 prigionieri all’interno delle mura di Pena Ciudad Barrios, penitenziario situato nello Stato centramericano di El Salvator: spacciatori, trafficanti d’armi, assassini spietati. Un carcere come tanti altri, non è proprio. La prigione salvadoregna, infatti, è uno degli istituti di pena più pericolosi al mondo, a tal punto che neppure i secondini entrano all’interno della struttura, pattugliandone solo il perimetro.
Dalla sua apertura nel 1999, il penitenziario, progettato per la detenzione di 800 persone e che ora ne ospita il triplo, è passato dalle mani dello Stato a quello della gang Mara salvatrucha (Ms13), tristemente famosa per i suoi crimini e per gli evidenti tatuaggi che marchiano il volto e il corpo dei suoi adepti.
Sono proprio loro, infatti, ad aver ottenuto il permesso di gestire la prigione in cui sono rinchiusi e di organizzarsi fra di loro sia per quello che riguarda il cibo che l’assistenza sanitaria.
Il problema della criminalità organizzata e della guerra tra gang continua a rimanere irrisolto e dove il numero delle vittime per violenza di strada ha raggiunto cifre da record mai eguagliate neanche ai tempi della guerra civile terminata nel 1992.
La Polizia civile nazionale (Pnc) stima il numero di affiliati alle maras, le bande criminali, in Salvador in 64.587 esponenti: 41.151 in libertà, 21.436 in prigione.
A partire dal gennaio del 2015, il governo del Fronte Farabundo Martí per la liberazione nazionale (Fmln) ha fatto ricorso alla repressione più brutale nel tentativo di controllare le maras, con pratiche carcerarie che violano i diritti umani più basilari e con il tacito assenso alle esecuzioni extra-giudiziarie (la polizia ha comunicato, senza alcun pudore, di aver ucciso 1.400 persone nel corso di presunti scontri con i criminali). Il pugno di ferro seduce l’elettore salvadoregno, ma allo stato ha portato la denuncia di organizzazioni come l’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani.
In questi quattro anni, però, le persone rinchiuse nelle carceri sono passate da 27mila a 39mila. El Salvador è uno dei paesi con più alto tasso di incarcerazione e con le carceri più affollate del mondo. Nonostante i tentativi di aumentare la capacità del sistema penitenziario, i posti disponibili nelle 28 strutture carcerarie del paese sono 18mila, meno della metà rispetto ai detenuti.
La matematica dimostra che la linea repressiva non può essere una soluzione per risolvere il problema delle bande, la guerra tra MS13 e Barrio18, che insanguina le strade salvadoregne dovrà essere affrontata lavorando sul dialogo. Una sfida quasi impossibile, ma che è anche l’unica via per risolvere i conflitti tra gli esseri umani.