Pensioni e giustizia sociale: un connubio ad oggi impossibile

Pensioni e giustizia sociale: un connubio ad oggi impossibile

Italia è fra i paesi dove il processo di invecchiamento della popolazione è più avanzato.

Cio comporta da tempo un dibattito che investe non solo la sfera politica, ma anche quella economica e sociale

L’intento dell’introduzione alle pensioni era nobile: offrire serenità finanziaria durante gli ultimi anni di vita. Altrettanto non lo è stato per le casse pubbliche che hanno continuato a svuotarsi sempre più dimostrando che una programmazione economica non è stata fatta. Ovvero è stata fatta ma accantonata procrastinando.

Il problema alle generazioni future che vedono sempre meno la possibilità di un supporto quando in pensione dovranno andarci loro

Perché nessuna coalizione governativa ad oggi reggerebbe ad un impatto tanto devastante come quello delle pensioni.

Nessuna opposizione cavalcherebbe l’onda dell’invincibile esecutivo che affama i poveri vecchietti, diminuendone il potere di acquisto. La spirale del dissesto economico si aggravata nel mantenimento del potere sia di destra che di centro che di sinistra, finendo sempre verso soluzioni di ripiego, non strutturali, che ha lo stesso effetto di tappare i buchi con il “panno lenci”.

Ma il disastro è dietro l’angolo

Si parla di un lustro, o anche meno, quando anche i baby boomers entreranno nella terza età. Un esercito di uomini e donne che succhieranno le ultime risorse. E poi? Nessun progetto all’orizzonte per i millenium e la generazione zeta. Pure la generazione x quella per intenderci post boomers, dovrà fare i conti con la possibilità di non avere la rendita mensile con l’INPS. Con buona pace dei consistenti versamenti effettuati durante la fase lavorativa. I più ottimisti parlano che le sfide future di avranno nella costruzione di una società che a cause delle mutate situazioni demografiche possono creare nuove opportunità economiche e quindi mitigare l’ingiustizia sociale delle generazioni.

Che tradotto significa puntare sulla crescita della produttività e redistribuzione del reddito come canali di maggiore sostenibilità e adeguatezza delle pensioni

E’ con sviluppo della sanità. Dubbi a riguardo però ve ne sono parecchi. E pare lontano in questo contesto il tema del rapporto tra Stato e mercato, che non può essere visto in termini dicotomici analizzato da Sylos Labini. Per lui il mercato non è un semplice insieme di atti di scambio, ma un vero e proprio sistema istituzionale. Lo Stato, continua l’economista deceduto nel 2005, lo Stato deve interagire con il sistema mercato, al fine della creazione di nuova ricchezza. Un’idea teoricamente perseguibile in un mondo perfetto, dove l’etica, il civismo e la morale sociale sono ideali.condivisi, ma che si scontra con una realtà ben diversa che progettata non è. portano ai risultati sperati.

L’architettura previdenziale italiana sta di fatto implodendo finanziariamente e non riesce ad essere supportata dalla crescita economica

Gli attuali scenari di guerra, i nuovi stati emergenti, le nuove tecnologie, i nuovi processi economici oramai non riescono più a creare valore. Con il rischio che gli anziani diventino un “peso” per le nuove generazioni e quindi che possono essere mitigare altre forme di tutela che non siano strettamente collegate alla pensione. Tutto questo non per cattiveria, ma per l’impossibilità di ottemperare a tutte le spesa, previdenziali e non, dello Stato.

Il rischio di un ribaltamento della giustizia è forte

Mentre i giovani hanno la possibilità e il tempo di crearsi alternative alla pensione statale e ad avere accesso.a forme di assicurazione sanitarie private, questo non sarà più consentito ad altre fasce generazionali. Da un lato giovani sempre con meno assistenza pubblica come avviene nei paesi anglosassoni, dall’altro anziani che durante la loro vita non hanno provveduto ad alternative che vedono progressivamente ridursi servizi e entrate mensili pensionistiche.

Ecco il motivo per cui sta diventando necessario, se non indispensabili mettere mano ad una riforma, completa, anche avendo il coraggio di ripartire da zero.

Non è cosi utopico se si tenta la strada in un primo step di pubblico/privato ntesto: un sistema si.

L’obiettivo definito a livello europeo è tentare la strada pubblico/privato in grado di sostenere i cittadini e le cittadine nel corso della loro vita, professionale e non nel contesto collegato all’età e alle differenze socioeconomiche.

Le ricette sono tante tese a mantenere a carico dello Stato solo situazione di difficoltà accertata.
Ma deve essere prese decisioni complesse e in tempi brevi. Le finanze dello Stati non sono infinite.

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