Peppone non è la Schlein

Peppone non è la Schlein

Il primo maggio non è più la festa di una sinistra, che non c’entra con il lavoro. Ormai le feste che ricordano la storia delle grandi lotte sociali, non appartengono più al Partito Democratico, che si sofferma solo sulla cancel culture e sui nuovi diritti.

Peppone non era cattivo

Peppone era italiano. Il PD transnazionale. Si commuoveva quando Don Camillo faceva suonare la canzone del Piave. Ricordava di aver difeso la patria. Sentiva la profonda tradizione Cristiana, che era la tradizione dell’Italia contadina. Era profondamente legato alla sua terra, al suo paese, alla sua Fede, alla sua storia ed alla sua gente. Da una parte, che io ritengo sbagliata, credeva di fare quello che era meglio per la propria comunità.

Era la figura di un partigiano che aveva combattuto la guerra, che vedeva in Stalin il grande liberatore dei popoli. Ma che si rifiutava di consegnare due imbroglioni che fingevano di essere scappati dalle persecuzioni in Unione Sovietica. Che come sindaco imponeva che la sua anziana maestra , potesse andare al cimitero con la bandiera del Re.

La Schlein non è Peppone

Elly Schlein non è assolutamente Peppone. La sua azione politica, è molto meno legata al territorio. Attinge molto di più da battaglie nate da una cultura creatasi fuori dall’Italia. Giunta di riflesso in Italia. Non è interessata alla cultura contadina, che in Italia ormai è stata totalmente marginalizzata, ed a quella operaia. Lavoro è una parola di ripiego. Lei parla di  nuovi diritti, vede il razzismo dappertutto. È più interessata a chi arriva che a chi è qui da sempre.

Non si commuove per la storia del  nostro paese. Anche al paese appartiene di riflesso. Svizzera, cittadina statunitense ed anche cittadina italiana. Un paradosso incredibile. Quale ipotetico capo del governo può avere tre cittadinanze? In quale paese al mondo sarebbe ammesso?

La sinistra, non è la sinistra di un tempo

La Schlein non è Peppone ed è il Partito Democratico non è il Partito Comunista. Non è come un partito che doveva accontentarsi di una piccola fetta di potere parlamentare. È un partito che costantemente è stato al governo. E cosa ha fatto per i lavoratori? Cosa ha fatto per il lavoro?

Ed anche i sindacati, che rappresentavano la lotta di classe. Che si schieravano anche contro i partiti della sinistra, per tutelare il lavoro. Che cosa hanno fatto in questi anni?

Oggi arriva il governo Meloni, e le vogliono adossare le colpe di anni di latitanza di chi avrebbe dovuto difendere i diritti dei lavoratori ?

Non si tratta di santificare o meno un governo. Ma di riconoscere che la tragica situazione sociale italiana attuale ha radici profonde. Radici che affondano in una crisi di quei partiti che storicamente avrebbero dovuto difendere i diritti sociali, e sono stati i primi ad affossarli in questi anni.

 

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