Si avvicinano le dimissioni del secondo governo Conte ed un probabile nuovo incarico per il suo terzo mandato: non male per un perfetto sconosciuto non eletto da nessuno.
Un’ipotesi che permettebbe di guadagnare ulteriore tempo per la maggioranza, e di perderne per l’Italia, e assicurare una rielezione per Mattarella, che in tal modo metterebbe in cassaforte un prolungamento del suo mandato.
Di Maio ipotizza il voto
I “Responsabili” non ci sono, sono stati una montatura durata qualche giorno, e non si può rischiare di tornare alle urne in nome di una rivalità, quella tra Conte e Renzi, che non fa bene a nessuno.
Così la pensano quelli del PD ma Di Maio pare di un altro avviso.
L’idea potrebbe essere quindi quella di dimissioni di Conte già nei prossimi giorni e formazione di un nuovo Governo.
Fonti vicine al Movimento 5 stelle, a Open rivelano che Conte dovrebbe salire al Colle per comunicazioni al presidente della Repubblica nel pomeriggio di lunedì, martedì mattina al massimo.
Di Maio d’altra parte è stato categorico: 48 ore a Giuseppi, “O si allarga la maggioranza o si va al voto”.
Invece si parla già di un reincarico, il terzo, per sondare magari la disponibilità di Renzi ad un cambio di marcia.
“Con Renzi non si torna ma i numeri così non bastano”, aveva tuonato l’avvocato degli Italiani all’indomani dell’uscita di Italia Viva dalla maggioranza.
Ma in questo momento, il governo così com’è non avrebbe la maggioranza se non in commissione Esteri, e sarebbe in minoranza tra l’altro nella commissione Affari Costituzionali, dove si dovrebbe discutere della nuova legge elettorale proporzionale che Conte ha promesso durante l’ultimo discorso in Aula, e nella commissione Bilancio, dove si dovrebbe discutere del recovery plan.
Il boccone amaro di tornare a patti con Il Bomba di Rignano potrebbe quindi essere una necessità.
Magari concedendogli qualche dicastero in più, e riammettendo Maria Elena Boschi a compiti che (non) le competono.
I commenti dei leader sulla crisi di governo
La soluzione prova a darla Bruno Tabacci. “Ho fatto quello che potevo ma i numeri restano incerti e a questo Paese non serve una maggioranza raccogliticcia. A Conte ho suggerito un gesto di chiarezza: dimettersi per formare un nuovo governo”.
Il senatore di Centro Democratico, tra i più attivi nella ricerca di una nuova maggioranza, afferma: “Ho fatto quello che potevo. Il premier si dimetta, nuovo esecutivo o urne”.
Difficile l’arrivo in tempi stretti di nuovi “volenterosi costruttori“.
Uno stallo che potrebbe saltare mercoledì sulla relazione del ministro Bonafede alle Camere, sui cui il governo rischia di essere bocciato, tanto che si ipotizza uno slittamento a giovedì per guadagnare tempo
Il ministro agli Affari Regionali Francesco Boccia a Sky TG24 ha affermato: “Renzi? Il confronto sempre aperto, ma no ai ricatti“.
L’ex ministro Bellanova sempre a Sky TG24 sottolinea: “In Parlamento ci sono forze per ricostruire un’alleanza più ampia“.
Secondo Tajani “Forza Italia non ha mai chiesto il voto. Noi favorevoli a governo di unità nazionale“.
Anche Nencini del Psi, uno dei due senatori protagonisti della Var al Senato e del suo voto in extremis a favore dell’esecutivo a Sky TG24 sottolinea una posizione non favorevole all’attuale esecutivo in commissione: “Votai contro Bonafede, difficile che cambi linea”.
Il tempo dirà se si tratti di un gioco al rialzo o di parole sincere.
Sicuramente per Conte domani inizia la settimana più lunga.
Per gli italiani, i piani vaccinazioni e altre quisquilie ovviamente c’è tempo.
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