Perché non ricordare la guerra ’40-’43? I danni della politica alla memoria storica

CalendEsercito 2024: la polemica sui fatti d'arme della guerra '40-'43 scatenata da una politica digiuna di Storia

 

Non prendetela per classismo ma di Storia se ne occupino gli storici. Mescolare la Storia alla politica o piegarla ad altri interessi non va solo a minare la verità dei fatti, ma solleva polemiche ed inutili polveroni che finiscono per condizionare l’opinione pubblica.

A meno che, chiaramente, non sia quello l’intento.

La Storia è come la matematica: piace a pochi, ma la maggioranza la scosta facendo spallucce. Eppure, come la matematica, se la impari ad amare, la approfondisci, le dedichi una parte della tua vita ti entra dentro. Cos’hanno in comune? Diremmo non solo i numeri. Lo storico francese Marc Bloch sosteneva che la Storia fosse una scienza, poiché come la scienza cerca la verità. Dunque, l’approccio all’analisi delle fonti ed alla loro interpretazione deve avere rigore scientifico.

E dopo questa lezioncina veniamo all’ennesima polemica sul… fascismo! Sì, su quel benedetto periodo storico che proprio non riusciamo ad archiviare.

Stavolta alla sbarra finisce il CalendEsercito che, secondo alcuni politici di sinistra, darebbe spazio anche a quelle Medaglie d’Oro al Valor Militare del conflitto 1940-1943, la guerra condotta quando l’Italia era ancora unita ed alleata della Germania. Triennio nel quale i padri, i nonni ed i bisnonni nostri, dei lettori e, chissà, forse di alcuni “polemiconi” hanno vissuto e combattuto in Russia, sul Fronte occidentale, sul Fronte greco-albanese, in Nord Africa ed in Sicilia. O ancora nel Corno d’Africa, in Estremo oriente, nei cieli e sui mari… sopra e sotto le onde.

Una guerra che, per tutto il corso della 1° Repubblica, nessuno ha mai pensato di cancellare dalla memoria storica evidenziandone, anzi, la distanza e le differenze dal più cruento conflitto civile che ha insanguinato la Penisola per 600 giorni.

Ai calendari e ad altre pubblicazioni di carattere storico arricchite da ricordi e memorie piuttosto freschi, si affiancava il cinema. Ecco alcuni film degli Anni ‘50 dedicati al periodo ‘40-’43:

Quanto alla leggendaria Battaglia di El Alamein beh, che dire! Film ad essa dedicata coprono periodi storici assolutamente diversi fra loro:

Anni ‘50 – Divisione Folgore di Duilio Coletti e El Alamein di Guido Malatesta

1969 – in piena Contestazione, il cinema italiano sforna il capolavoro La battaglia di El Alamein di Giorgio Ferroni, con un cast stellare: Robert Hossein, Enrico Maria Salerno, George Hilton.

2002 – El Alamein. La linea del fuoco di Enzo Monteleone con un giovanissimo Pierfrancesco Favino rivisto, nel 2023, nei panni del Comandante Salvatore Todaro in Comandante.

E, per inciso, i film di cui sopra sono soltanto i più famosi…

La Repubblica Italiana ha inoltre eretto e manutenuto negli anni sacrari in ogni angolo del mondo, proprio per non disperdere un bene prezioso quale la memoria dei Caduti. Le continue accuse di voler riscrivere la Storia sono dunque aleatorie e basate su una scarsa conoscenza del passato prossimo del Paese. E se c’è qualcuno che davvero vuole riscrivere la Storia è chi rifiuta, categoricamente, che alcuni capitoli del nostro passato siano affrontati con obiettività e senso critico. Da storici, insomma.

Perché uno storico non usa termini quali “infame”, “criminale”, “orda”. Lui analizza. Ha la sua sensibilità e le sue posizioni, certo, ma deve sempre cercare di equilibrarle a vantaggio di una ricostruzione seria e completa.

 

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