Uno Stato da operetta – La storia, la cronaca, ci narra che più di tre mesi fa (90 e passa giorni) un peschereccio con 18 marinai di Mazara del Vallo è stato sequestrato in Libia. Dal 1 settembre ad oggi sono ancora prigionieri.
Poi c’è la nave turca “Mabouka”, che con il tutto il suo equipaggio composto da sette marinai era stata sequestrata dalla milizia del generale Khalifa Haftar nell’Est della Libia il 5 dicembre scorso. Oggi sono liberi.
Perché? Semplicemente perché i turchi, che si vede sono meno inclini di noi al politically correct, hanno detto: o li liberate voi o veniamo a prenderceli. Con tutto quello che ne consegue. Semplicemente hanno fatto la voce grossa.
Noi invece siamo per la diplomazia, per il chiedere per favore, per non urtare l’animo sensibile di chi la pensa in maniera diversa da noi. Io scusatemi, ma dopo essere vissuto nel quartiere di San Frediano (e i fiorentini sanno di cosa parlo), sono del parere che una testata vale più di mille parole.
E spesso la testata nemmeno bisogna darla. Basta far capire che siamo parecchio intenzionati a tirarla. Così hanno fatto i turchi: occhi che arriviamo, e se arriviamo sono dolori.
Invece noi, col nostro Stato da operetta, con il nostro atteggiamento peace&love ci facciamo prendere per il cu… dai libici. Come già prima successe con i Marò in India.
E come sta succedendo con Regeni in Egitto. Il governo del faraone ci straprende per il cu… e noi zitti.
Avessimo uno Stato con un minimo di palle, non tante, saremmo già andati lì, chiudendo ambasciate e consolati e minacciando ritorsioni militari ed economiche. Perché a volte, se non sempre, la minaccia è sufficiente.
Una testata vale più di mille parole.
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